Ridosso cambia avvocato e chiede di essere sentito

Scafati, colpo di scena all’udienza preliminare per il giro di usura ed estorsioni “Romoletto” potrebbe rivelare importanti retroscena sulle attività del clan

SCAFATI. Estorsioni, usura e associazione per delinquere: sconcerto all’udienza preliminare nei confronti degli esponenti del clan Loreto-Ridosso. Il presunto capoclan, Romolo Ridosso, arrestato a giugno scorso, annuncia dichiarazioni spontanee e revoca i legali che lo hanno assistito fino ad ieri.

Dichiarazioni spontanee che sembrano l’anticipazione di una decisione – ancora non definita – ma irreversibile: la collaborazione. Ieri i 15 imputati nel processo che si sta celebrando dinanzi al gup Ascoli hanno scelto quasi tutti la strada del rito abbreviato, in molti casi condizionato all’escussione di alcuni testi che dovrebbero chiarire le posizioni. Una scelta obbligata, quella dell’abbreviato anche alla luce del pentimento di Alfonso Loreto. Esce dal processo e la sua posizione ritorna nuovamente nella fase delle indagini per un nuovo avviso, Gennaro Ridosso, figlio di Romolo. Il difensore, Pierluigi Spadafora, ha sollevato un’eccezione sulla notifica dell’avviso di conclusione al secondo avvocato che all’epoca era Francesco Matrone. Il gup ha stralciato la posizione e ha inviato gli atti ai pm Cardea e Russo per un nuovo avviso di conclusione delle indagini. Depositato anche uno stralcio di un verbale di Loreto che riguarda un’estorsione nell’ambito di un episodio di usura. Poche righe che arricchiscono il campo delle accuse. Ma l’attenzione di avvocati e imputati si è appuntata sulle scelte di Romolo Ridosso, arrestato per effetto della decisione della Cassazione, il 10 giugno scorso.

“Romoletto” ha affidato al suo nuovo avvocato, Giovanni Conte, due decisioni importanti. La prima riguarda la volontà di fare il rito abbreviato. La seconda è quella di rendere spontanee dichiarazioni nel corso della prossima udienza che si terrà l’11 luglio. In quella circostanza, Romolo Ridosso parlerà. Cosa vorrà dire e perché? Se questa scelta è dettata da una volontà di “aiutare” gli inquirenti a comprendere alcuni episodi che lo riguardano questo si saprà solo la prossima settimana. Bocche cucite sull’argomento. Una cosa è certa: Romolo Ridosso non è inserito nel programma di protezione. Non emerge da alcun atto pubblico. E la sua decisione preoccupa i suoi coimputati che temono dichiarazioni accusatorie del capoclan, accusato di omicidio e tentato omicidio. Chiedono l’abbreviato, oltre a Romoletto Ridosso, anche Alfonso Loreto e il padre, Pasquale – difesi dagli avvocati Luigi Ferrone e Antonio Di Micco – entrambi collaboratori di giustizia. Abbreviato condizionato per Alfonso Morello, alias Balanzone, difeso dall’avvocato Antonio Boffa, ritenuto il cassiere del clan per i reati di usura. Mentre il fratello Giuseppe Morello, assistito dall’avvocato Elio D’Aquino, scioglierà la riserva nella prossima udienza, insieme a Francesco Sorrentino (Ciccio ’o campagnuolo); Luigi Ridosso di Romolo; Antonio Romano di Pompei (difeso da Luisa Nastri); Michele Imparato di Boscoreale; Carmine Di Vuolo di Castellammare. Vogliono il rito abbreviato anche Salvatore Ridosso ( l’avvocato Spadafora ha chiesto si sentire un testimone), Luigi Ridosso, difeso dall’avvocato Michele Sarno, e Massimiliano De Iulio di Castellammare.

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