Ricorso minaccia “La fabbrica” di Lettieri

Imprenditori si rivolgono al Tar: «Centro commerciale illegittimo e pericoloso. Non può aprire»

Un ricorso al Tar rischia di bloccare l’apertura del centro commerciale “La fabbrica”, oltre 18mila metri quadrati di sale polifunzionali e negozi in cui l’imprenditore Gianni Lettieri ha trasformato il progetto iniziale di uno stabilimento per la produzione di pannelli solari. A rivolgersi ai giudici è la società “Sol gas primari”, che produce gas medicinali, puri e tecnici e che rientra per questo nel novero degli impianti industriali a rischio di incidente rilevante. Una presenza che secondo l’azienda non sarebbe stata affatto presa in considerazione da permessi e conferenze di servizi che hanno dato via libera al nuovo centro commerciale della zona industriale. Con conseguenze ritenute gravi sotto il profilo della sicurezza. Nei tredici motivi di ricorso proposti dall’avvocato Marcello Fortunato si chiede di annullare tutte le autorizzazioni alla struttura e si accusa tra l’altro il Comune di aver volutamente ignorato la presenza dello stabilimento a rischio, omettendo di chiedere il parere del Ctr (il Centro tematico regionale) e tralasciando il piano di sicurezza depositato in Prefettura.

La “Sol Gas” si trova in via Firmo Leonzio, pressoché di fronte al parcheggio della Fabbrica, che potrà ospitare 1500 auto da quando – si prevede agli inizi del 2017 – i padiglioni di Lettieri apriranno i battenti. Un’apertura destinata a incidere tra l’altro su distanze di sicurezza e vie di fuga. Per i ricorrenti l’esame dell’elaborato sulla viabilità sarebbe addirittura «imbarazzante», perché indica tre vie di collegamento alla strada principale di cui due «sono rappresentate da passaggi a livello da anni definitivamente murati». Un’anomalia che risulterebbe anche da recenti verifiche chieste ai vigili del fuoco. «Le indicate viabilità di deflusso non esistono» si legge nel ricorso, che parla di «notevoli conseguenze negative sia sulle vie di evacuazione che per le squadre di emergenza e pronto soccorso». Lo stesso sviluppo dell’attività produttiva ne sarebbe pregiudicata, tanto più che «tutti i titoli abilitativi e certificazioni di cui è attualmente titolare la “Sol” muovono da una verifica della compatibilità dell’attività in essere con la situazione di fatto». Un motivo in più perché i rappresentanti dell’azienda fossero invitati al tavolo delle conferenze di servizi, mentre invece «alcuna comunicazione o notizia è stata mai inviata alla società ricorrente. Ma non è tutto, perché secondo il ricorso non risulterebbe acquisita l’autorizzazione sismica e, inoltre, la giunta comunale si sarebbe arrogata il diritto di assentire a una variazione urbanistica che sarebbe stata di competenza del consiglio. Tutti rilievi su cui ora deve pronunciarsi il Tar, dicendo se “La fabbrica” può o no aprire. (c.d.m.)

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