Ricorso al Governo contro la legge campana che “premia” gli abusi  

I Verdi impugnano il provvedimento che sana 70mila alloggi «Norme di una gravità inaudita che avranno effetti nefasti» 

NAPOLI. Un condono mascherato nella regione maglia nera per cemento selvaggio, e gli ambientalisti annunciano battaglia legale. Il colpo di spugna sugli abusi rischia di portarlo la legge approvata lo scorso 22 giugno dal Consiglio regionale, nel disinteresse generale, dal titolo “Misure di semplificazione e linee guida di supporto ai Comuni in materia di governo del territorio”. La norma prevede per i Comuni misure alternative – e non vincolanti - all’abbattimento degli immobili edificati abusivamente: gli enti locali potranno scegliere se procedere alla demolizione o acquisire la costruzione al patrimonio municipale e di venderlo o locarlo in un secondo momento, riservando una corsia preferenziale agli occupanti. Un modo per aggirare l’impossibilità per la Regione di legiferare in materia di condono edilizio, riservato alla legislazione nazionale.
Una promessa mantenuta, per certi versi: due anni fa, appena insediato, il presidente Vincenzo De Luca lanciò la sua crociata per salvare dalle circa 70.000 ordinanze di demolizione gli “abusi di necessità”, escludendo dalla sanatoria chi aveva costruito in zone di vincolo assoluto o di pericolo per la pubblica incolumità. Una soluzione politica per la Campania rimasta esclusa, unica in Italia, dal condono 2003 relativo agli abusi commessi dopo il 1994: a bloccarne gli effetti fu una legge regionale dell’allora presidente Antonio Bassolino, poi dichiarata incostituzionale. Al grido di «blocchiamo le ruspe» il Consiglio regionale ha quindi offerto l’assist ai Comuni che volessero percorrere strade diverse dall’abbattimento, con un richiamo alla legge quadro per l’edilizia che prevede, previa deliberazione consiliare, di non demolire gli immobili in caso di prevalenti interessi pubblici. Gli interessi pubblici sarebbero quelli di non gettare in mezzo a una strada «i poveri cristi» evocati da De Luca nel suo affondo. Ma è su questa nozione controversa che si profila una guerra a carte bollate. «La Federazione Nazionale dei Verdi ha dato mandato ai propri legali per presentare nei prossimi giorni un ricorso urgente presso il Governo per impugnare la legge regionale della Campania» scrivono in una nota gli esponenti del partito Angelo Bonelli, coordinatore nazionale esecutivo, Luana Zanella membro esecutivo nazionale, Sauro Turroni, responsabile nazionale politiche del territorio, e Natale Ripamonti, responsabile legale. Gli ecologisti, che pure sono nella maggioranza di De Luca, sostengono: «Quelle previste dalla legge della Regione Campania sono norme di una gravità inaudita che produrranno effetti nefasti sul territorio stimolando nuovo abusivismo e determinando la resa della regione Campania al cemento abusivo. Non è superfluo ricordare che in Campania il ciclo del cemento illegale è sotto controllo della Camorra ed è motivo di profonda tristezza e delusione constatare che il centrosinistra superi il centrodestra nelle politiche pro abusivismo edilizio approvando provvedimenti che nemmeno Berlusconi aveva osato proporre». «La Campania è una Regione – continuano gli esponenti dei Verdi – profondamente aggredita e violentata dal cemento illegale ed aree protette, come il Parco del Vesuvio, zone costiere e aree vincolate non sono state risparmiate dall’abusivismo. Gli incendi di questi giorni dimostrano invece di quanto rigore e legalità ha bisogno la Campania e vigileremo perché una delle nostre preoccupazioni è che la criminalità possa edificare abusivamente nelle aree distrutte dal fuoco».
Ma nel mondo ambientalista si muove anche il Wwf, che chiederà al governo di «impugnare questa legge regionale che rischia di aprire la strada ad una maxi sanatoria sul cemento illegale». Il Panda sottolinea che «l’abusivismo è un illecito penale su cui le Regioni non hanno titolo di intervenire. È davvero incredibile che – sottolinea il Wwf – nelle norme approvate lo scorso 22 giugno non solo si preveda la possibilità di acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale ma addirittura una eventuale locazione o vendita dell’immobile abusivo, riservando una preferenza agli occupanti. La Campania, che è stata devastata dagli incendi negli ultimi giorni, è una terra messa in ginocchio dalle costruzioni abusive oltre che dal dissesto idrogeologico».
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