Ricorsi al giudice di pace Si scatena il caos a Olevano

Il comune è stato escluso dal mandamento dopo l’uscita dal consorzio Disagi per le istanze rinviate a Salerno o a Montecorvino Rovella

MONTECORVINO ROVELLA. È caos per i ricorsi dell’utenza di Olevano sul Tusciano al Giudice di pace. Dopo la scelta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Michele Volzone, di uscire dal consorzio per la gestione dell’ufficio giudiziario di corso Umberto, è nato un problema di competenza territoriale. Le istanze presentate al giudice di Montecorvino, dopo la riapertura a fine aprile, vengono reindirizzate a quello di Salerno. E viceversa. Un rimbalzo che finisce per allungare i tempi della giustizia.
A farne le spese - ma è solo l’ultimo caso in ordine di tempo - è stato un libero professionista di Olevano sul Tusciano. Trovandosi con una fattura non pagata da un ente pubblico, ha deciso di ricorrere all’ingiunzione di pagamento per avere il suo onorario. Si è rivolto, quindi, a un legale di fiducia che ha tentato di iscrivere a ruolo la sua istanza a Salerno. Da lì li hanno rimandati a Montecorvino dove non è andata proprio meglio. Non essendo Olevano tra i comuni che contribuiscono al mantenimento dell’ufficio giudiziario, sarebbe stato “escluso”, di fatto, dal mandamento. Ciò non inficia l’eventuale iscrizione a ruolo, ma il giudice, in udienze, dichiara l’incompetenza territoriale e la rimette a Salerno. Ci sono anche cause che ritornano a Rovella.
Insomma, un pasticcio. Occorre quanto prima chiarezza sul nodo della competenza territoriale. Intanto, i rumors riportano un ripensamento da parte della civica amministrazione di Olevano. La proposta è in discussione e potrebbe essere portata a breve all’esame del Consiglio. Con il rientro nel consorzio dei comuni si ridistribuirebbero anche i costi annuali per il funzionamento dell’ufficio di Montecorvino. Attualmente si attestano sui 120mila euro annui, ripartiti in proporzione tra gli abitanti dei comuni di Acerno, Bellizzi, Giffoni Valle Piana, Pugliano e naturalmente Rovella.
A decidere la soppressione degli uffici del Giudice di pace era stato il governo nel 2012. Quel decreto, a lungo contestato dai territori, sancì la chiusura delle strutture giudiziarie periferiche, come quelle dei giudici di pace, e le sedi distaccate dei tribunali. Qualche mese dopo lo Stato apri una “finestra”, consentendo agli enti locali di consorziarsi per il mantenimento degli uffici chiusi. In questo modo i Comuni, in prima fila, avrebbero assicurato il servizio di giustizia, facendosi carico delle spese di funzionamento e del personale.
Massimiliano Lanzotto
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