Riciclava auto rubate, preso carrozziere

Ordinanza cautelare per il salernitano Tarquinio Sica e il complice Nicola Iuorio di Bellizzi. Sono agli arresti domiciliari

La sua carrozzeria in via Sant’Eremita era secondo gli inquirenti una centrale per la “ripulitura”di auto rubate, a cui venivano sostituite targhe e numero di telaio. Tarquinio Sica, 73 anni, è finito agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per i reati di ricettazione e riciclaggio. Con lui è ai domiciliari anche il 54enne Nicola Gerardo Iuorio di Bellizzi, che gestisce un’officina di autoricambi a Montecorvino Pugliano in via Cerra Comone e che già lo scorso settembre era stato arrestato dai carabinieri dopo una perquisizione.

Anche Sica, residente nel centro storico e da anni gestore dell’autocarrozzeria di via Sant’Eremita, non è un volto nuovo alle forze dell’ordine. Negli anni scorsi fu coinvolto nell’inchiesta “Transporters” che sgominò tra Salerno e l’Agro nocerino un gruppo dedito al traffico di auto rubate. Nel nuovo procedimento giudiziario il sostituto procuratore Rosa Volpe lo accusa di una serie di manomissioni che avrebbero consentito a veicoli rubati di tornare in circolazione eludendo i controlli grazie alla sostituzione di targhe e numeri di telaio. Sica e Iuorio sarebbero stati complici di un’organizzazione dedita ai furti, che utilizzava le loro officine per camuffare la provenienza illecita delle auto. La banda rubava le vetture, loro utilizzavano targhe procuratesi grazie alla loro attività, o anch’esse rubate, per modificarne i “connotati” e rimetterle in circolazione. I furti non avvenivano solo nel Salernitano. Nelle carte dell’inchiesta si parla tra l’altro di una Renault Clio presa in noleggio da una ditta di Trento e rubata a Marano, in provincia di Napoli, il 20 marzo dello scorso anno. Secondo le indagini l’utilitaria è stata poi consegnata a Sica e Iuorio, che hanno sostituito la targhetta originale del telaio con un’altra che sarebbe stata acquistata dal meccanico di Bellizzi e che gli inquirenti hanno poi verificato appartenere a un modello uguale immatricolato in Francia. Alla Clio rubata sarebbero poi state cambiate anche le targhe anteriore e posteriore, sostituite – scrivono gli inquirenti – con quelle di un uguale modello che il proprietario aveva affidato a Sica per una riparazione. La vicenda risale allo scorso settembre, pochi giorni prima dell’arresto di Iuorio. A dicembre il magistrato aveva già effettuato gli interrogatori e per l’11 marzo era fissata l’udienza preliminare, ma la Procura ha chiesto e ottenuto che nel frattempo scattassero le misure cautelari. I due arrestati compariranno venerdì davanti al giudice delle indagini preliminari Maria Zambrano per l’interrogatorio di garanzia, assistiti dai difensori Aldo Cammarota e Andrea Sebastiano. Oltre a loro sono però coinvolte nell’inchiesta altre persone, per le quali martedì prossimo il pubblico ministero chiederà il rinvio a giudizio.

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