Riciclaggio di autovetture Quarantasette indagati

La chiusura delle indagini ricostruisce un giro di falsi documenti e finti incidenti La “centrale” a Sarno con ramificazioni in tutto l’Agro e in provincia di Napoli

SARNO. Sono quarantasette le persone indagate nella maxi inchiesta su un grosso giro di riciclaggio di auto e di truffe assicurative, conclusa dall’ufficio della procura di Salerno dopo il trasferimento per competenza. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari, che sono state portate avanti dalla direzione distrettuale antimafia di Salerno, riguarda, per le accuse di associazione a delinquere, Antonio Salerno, 45 anni, di Sarno; Luisa Siniscalchi, 32, di San Valentino Torio; Salvatore De Magistris, 64, di Nocera Inferiore; Antonello Orza, 34, di Sarno; Concetta Vuolo, 35, di Nocera Inferiore; Immacolata Izzo, 54, di Siano; Andrea Esposito, 50, di Sarno; Alfonso Siano,42, di Sarno; Domenico Esposito, 44, di Sarno; Antonio De Vivo, 45, di Sarno; Giuseppe Agovino, 34, di Sarno ma residente a Corrido, in provincia di Como; Giuseppe Sibilio, 42, di Sarno; Francesco Annunziata, 59, di Sarno; Luigi Bartiromo,42, di Nocera Inferiore; Aniello Ferrentino, 40, di Sarno; Gennaro Franco, 37, di Sarno; Pasquale Passaro, 66, di Ercolano; Michela Rega, 44, di Nola; Franco Libetti, 42, di Pagani; Alfonso Santonicola, 48, di Nocera Inferiore; Livio Cavassin, 56, originario di Pavia e residente a Mercato San Severino.

I protagonisti della vicenda sono tutti ritenuti promotori dell’articolato sistema criminale con diverse funzioni. In particolare, la procura ritiene al vertice del gruppo, nelle mansioni di capi, Orza e Salerno, che reperivano all’estero le auto incidentate per poi effettuare i cosiddetti “pezzotti”. Nell’organizzazione, Siano e De Vivo fornivano appoggio per elaborare i falsi incidenti, De Magistris e Izzo eseguivano materialmente i cambiamenti alle auto da rimettere in circuito, Siniscalchi e Vuolo fungevano da prestanome in numerosi casi, mentre Sibilio collaborava con Salerno così come Agovino e Annunziata. Andrea Esposito è invece coinvolto nell’episodio della vendita fittizia di una Porsche Boxter di provenienza tedesca, con contraffazioni di vario tipo e soprattutto con falsi documenti, mentre Domenico Esposito emetteva, sempre secondo l’impianto accusatorio, fatture false.

Bartiromo, che è titolare di un’agenzia che si occupa di pratiche automobilistiche, risponde di essersi prestato a procedure burocratiche quanto meno dubbie legate alla vendita delle vetture, mentre Passaro, un perito assicurativo, era incaricato di facilitare le perizie all’organizzazione.Nella costruzione del raggiro, poi, l’avvocato Rega curava le richieste di risarcimento danni per conto di Salerno, Ferrentino e De Vivo, mentre Santonicola e Covassin eseguivano concretamente i lavori sulle auto.

Ma tra gli indagati figurano anche due vigili urbani in servizio al comando di Nocera Inferiore, coinvolti marginalmente: il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Vincenzo Montemurro, aveva chiesto diciannove misure di custodia cautelare in carcere e ventinove misure agli arresti domiciliari, tutte però rigettate in prima istanza dal giudice per le indagini preliminari di Salerno, con la competenza territoriale successivamente passata al gip del tribunale di Nocera Inferiore.

Alfonso T. Guerritore

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