La chiesa del Carminello ad Arco di Pagani

IL CASO

«Restituiteci la messa della domenica»: è scontro a Pagani

Niente celebrazioni nella chiesa della Fondazione Carminello ad Arco: polemica col parroco

PAGANI - «Ridateci la messa della domenica». L'appello arriva dalla Fondazione Carminello ad Arco Onlus che ancora non riesce a comprendere lo stop alle celebrazioni domenicali imposto dal parroco, don Flaviano Calenda. «Siamo molto dispiaciuti e con altrettanto dispiacere abbiamo dovuto comunicare ai tanti fedeli che la domenica si recavano nella secolare Chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo, per partecipare alla messa, che quest'ultima non si sarebbe più celebrata per motivi che ancora non ci sono del tutto chiari - ha affermato Nello Gaito, presidente della Fondazione che da alcuni anni si prende cura del complesso religioso -. Con sacrificio ma soprattutto con amore e dedizione abbiamo fatto sì che la Chiesa del Carminello ad Arco venisse riaperta e restituita alla città dal periodo dell'Avvento, tutte le domeniche, il cappellano del cimitero, don Luigi Tortora, veniva a celebrare Messa ed era un momento che tutti noi attendevamo con ansia». Tanti paganesi sono legati a questa chiesa e per loro era una gioia poter partecipare alla liturgia domenicale. «Improvvisamente - ha puntualizzato il presidente della Fondazione del Carminello ad Arco - don Flaviano Calenda avrebbe impedito le celebrazioni. Ci siamo anche recati dal vescovo della diocesi Nocera Inferiore-Sarno, monsignor Giuseppe Giudice, ma, pur avendo trovato comprensione e sostegno da parte sua, non siamo riusciti a far sì che le messe tornassero ad essere celebrate. Insieme a tutti i componenti la Fondazione e ai tanti fedeli della Madonna del Carmelo rivolgiamo un altro accorato appello al nostro vescovo e allo stesso don Flaviano Calenda affinché nella nostra chiesa si possa tornare a celebrare la messa della domenica. Tra quattro giorni celebreremo la domenica delle Palme e poi ancora la Pasqua. Speriamo davvero che don Flaviano ci dia la possibilità di celebrare Messa», ha concluso Nello Gaito. Sulla vicenda è intervenuto anche don Flaviano Calenda, che ha difeso a spada tratta la sua scelta, definendola un atto “educativo”, visto che la Fondazione gestirebbe la chiesa in maniera privatistica. 

Luisa Trezza

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