Restano in cella i due marocchini

Accusati dello stupro di una 31enne a Santa Teresa, il Riesame ha respinto il ricorso

Restano in carcere i due marocchini indagati per violenza sessuale e sequestro di persona: abusarono di una giovane donna italo-marocchina avvicinata sulla spiaggia di Santa Teresa. Il tribunale del Riesame non ha accolto il ricorso proposto dall’avvocato Gerardo Cembalo per conto dei due presunti stupratori: Radouane Makkak, che ha dichiarato di non conoscere la vittima e quella notte non era dove si sarebbe consumato lo stupro, e Hassan Raziqj, che ha respinto ogni accusa in sede di convalida. Lunedì 16 maggio, a mezzanotte, secondo la ricostruzione fatta dalla vittima, una salernitana 31enne, è avvenuto lo stupro. La donna si trovava in spiaggia a quell’ora perché voleva distrarsi: era tesa perché l’indomani doveva sostenere un esame a Roma. Con sé aveva degli appunti sul tablet e ripeteva gli argomenti sui quali sarebbe stata interrogata. Esame che non ha più sostenuto. Uno dei marocchini, secondo le indagini, le si avvicina per chiedergli qualche moneta. La ragazza tira fuori dalla borsa 50 euro e pensa di essersi liberata. Poco dopo la raggiungono in spiaggia, sono ubriachi e la violentano. Solo alle sei del mattino seguente, quattro ore dopo la violenza, i carabinieri arrestano il primo marocchino, Marrakk, che nel frattempo aveva costretto la donna a portarlo a zonzo con la sua autovettura. Per questa ragione l’extracomunitario risponde anche di sequestro di persona.

La donna, una settimana dopo il fatto, si è sottoposta ad una visita medico-legale, oltre agli esami effettuati nell’immediatezza dei fatti. Si tratta di una perizia di parte, eseguita dal dottor Ragni, su proposta dell’avvocato Marco Martello che assiste la giovane italo-marocchina. Le indagini, eseguite dai carabinieri, proseguono con l’acquisizione della geo-localizzazione dei telefonini cellulari dei due marocchini arrestati. Si studiano i loro spostamenti attraverso i dati delle cellule dei ripetitori dei gestori della telefonia mobile, dopo che Makkak ha dichiarato di non trovarsi a Salerno la notte dello stupro, ma a Pontecagnano. Lo straniero, infatti, ha sostenuto di trovarsi altrove negli orari in cui sarebbe avvenuto l’episodio.

Le prove della violenza a Santa Teresa, quindi si nascondono nella rete telefonica e nei reperti che la Procura tiene secretati, dai quali possono emergere tracce biologiche che inchiodano gli autori. Quelle stesse prove che hanno convinto i giudici del Riesame che esistono i gravi indizi di colpevolezza a carico dei marocchini in cella.

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