s. giuseppe al pozzo

Resta grave il pensionato accoltellato

È ancora in gravi condizioni, S. M., il 76enne di San Giuseppe al Pozzo, che, mercoledì pomeriggio, è stato accoltellato al torace dal nipote che aveva cresciuto fin dall’infanzia. Per il giovane,...

È ancora in gravi condizioni, S. M., il 76enne di San Giuseppe al Pozzo, che, mercoledì pomeriggio, è stato accoltellato al torace dal nipote che aveva cresciuto fin dall’infanzia. Per il giovane, sottoposto a “Tso” nella stessa serata di mercoledì sera, è stato disposto il ricovero presso un centro di recupero di Roccapiemonte. Per il pensionato, vittima di una doppia lesione ai polmoni, i medici del’ospedale “Ruggi” di salerno, dove è ora ricoverato, non hanno ancora sciolto la prognosi.

L’anziano era stato inizialmente trasportato all’ospedale di Cava de’ Tirreni e ricoverato nel reparto di terapia intensiva, dove gli erano stati applicati dei drenaggi per favorire la fuoriuscita dell’aria dai polmoni. Una condizionie, la sua, particolarmente grave, che aveva portato gli operatori sanitari a disporne il trasferimento, nella stessa serata di mercoledì, all’azienda ospedaliera salernitana. A distanza di quasi tre giorni dal ferimento, a quanto pare, non si sono registrati particolari segnali di miglioramento. Di qui, l’impossibilità per i medici di sciogliere la prognosi.

La vicenda, che ha particolarmente scosso la frazione, si è verificato nel “cuore” di San Giuseppe al Pozzo, poco prima della nota fontanina. Il giovane protagonista, – v.T., di 28 anni – viveva da sempre a casa degli zii, che si erano presi cura di lui. Tutto sarebbe iniziato per una richiesta di danaro avanzata dal giovane, peraltro disoccupato, e respinta dallo zio. sarebbe stato proprio quel “no” a scatenare la rabbia del giovane che, impugnato un grosso coltello, aveva colpito il familiare almeno due volte al torace davanti alla zia, sconvolta. Per la moglie del pensionato e i loro conoscenti sono giorni di ansia e attesa, ma soprattutto di speranza. A loro, non resta che confidare nella professionalità dei medici, affinché un segnale di ripresa possa far sciogliere la prognosi riservata. (a. f.)