L'EDITORIALE

Renzi pensa a candidati e collegi. Italia lontana

Non si legifera per risentimento e sotto la pressione degli eventi, specie politici. Si rischia così di soccombere per violazione di un'etica elementare. La nuova legge elettorale, concepita per sbarrare la strada ai grillini (non importa se rianimando una destra in frantumi), rinfocola i populismi e penalizza proprio il Pd che l'ha voluta.

Pd che, stando ai sondaggi, alla fine della conta prenderebbe meno seggi del M5S e del Centro che sta determinando un'esplosione di collera democraticaa ormai incontenibile, ascrivibile a un capo stanco, ferito dagli insuccessi e sotterraneamente avversato dagli stessi suoi sostenitori di partito. Il filosofo Massimo Cacciari ritiene che Renzi "si sia bevuto il cervello". Più banalmente: l'ex premier ci sta (ri)mettendo la faccia, lasciando ormai intravedere la rugosità della sua politica inadeguata al paese e la fragilità del suo pensiero che lo associano sempre più al berluscononismo, lo allontanano dalla sinistra autentaticamente riformista e lo iscrivono tra gli ultimi grandi epigoni di una politica-spettacolo demodé e di corto respiro. Andare alle elezioni per controllare candidati e collegi, perdendo di vista il paese, potrebbe produrre macerie.