Renzi non vuole rinunciare a De Luca

Al premier fanno gola i suoi voti e dunque tratta. Intanto il ministro Orlando lancia la Paris

SALERNO. Andrea Orlando scalpita. Il ministro continua a non nascondere il desiderio di essere il candidato in Campania del Partito democratico. «Sarebbe gradito anche al Nuovo centrodestra» commenta più di uno. Ma forse più di lui e a nome suo, potrebbe essere la giovanissima Valentina Paris (responsabile Enti locali del Pd nazionale) a poter scendere in campo. Roma intanto continua a rimanere in apnea. Il “caso Campania” è una partita ancora aperta. C’è De Luca che continua a tirare la corda malgrado l’invito di Roma ad uscire di scena. E ancora ieri teneva testa a chi gli chiedeva di fare un passo indietro. Ma ora sono i suoi sponsor napoletani ad avere paura di rimanere fuori dai giochi. Areadem con Mario Casillo prova a farlo ragionare, anche se mantiene ancora saldo il patto.

Nel Partito democratico di Renzi però una cosa hanno chiara: De Luca è portatore di voti buoni, e tanti. E questo gli consente un grande potere contrattuale. E allora si tratta. L’imbarazzo principale è quello di avere - in caso di vittoria - un governatore che appena eletto viene messo alla porta per la Severino. Il sindaco di Salerno ha provato a far ragionare i vertici del partito a rivedere la legge, ma la sua voce non è che abbia avuto grande eco. E poi Raffaele Cantone, a proposito di legge Severino, ha detto di rivederla sì, ma di estenderla anche oltre. Inoltreil tempo non gioca a favore. E poi c’è sempre Berlusconi che «come si fa?». La Severino non si tocca, non si tocca almeno fino alle primarie e alle elezioni. Dunque «De Luca deve fare un passo indietro». A Roma però si parla di aprire un nuovo ministero e dedicarlo al Mezzogiorno. Una delega speciale per De Luca potrebbe essere una buona moneta di scambio. Ma basta? Assolutamente no. Allora la possibilità di portare alla Regione almeno due tre consiglieri con mire alte.

Del resto in questi giorni tutti puntano a qualcosa. Lo stesso Casillo punterebbe ad un posto in giunta, casomai ai Trasporti così come anche Di Lello. Renzi è combattuto, per uno che vincerebbe a biliardino anche contro un bambino, perdere una regione è un dolore. Migliore ha già pronte le firme (l’8 si chiude) e a sostenere la sua candidatura non ci sono solo i renzianissimi ma molto di più. Dunque un nuovo ministero o piuttosto liberare posti nella segreteria nazionale potrebbe stuzzicare gli appetiti? Forse. E se ciò non dovesse accadere? «Basterebbe che Luca Lotti facesse una telefonata per far convergere i voti su un candidato» dicono. Dunque primarie? «Sì, ma saranno senza De Luca».

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