Regione, solo due milioni dal fitto di 1.430 immobili

Il vasto patrimonio non è sfruttato bene: dovrà occuparsene il nuovo Consiglio Canoni irrisori per case, negozi e depositi a Salerno, Cava, Capaccio e Altavilla

SALERNO. Se ci volesse attenere ad una fredda media aritmetica, potremmo affermare che ciascuno dei 1.430 immobili di proprietà della Regione Campania, frutta annualmente meno di 1300 euro. Ma il dato, ovviamente, deve essere disaggregato: occorre scorporare gli immobili adibiti ad uffici regionali, ma anche quelli affidati – a vario titolo – ad enti ed amministrazioni pubbliche per l’espletamento di funzioni istituzionali, per i quali nulla viene pagato o vengono corrisposti canoni irrisori. Ciò però non smuove di una virgola un dato di fondo: si tratta di un patrimonio vastissimo, non sfruttato al massimo delle sue potenzialità.

I fitti attivi. Tra terreni e fabbricati (lo si ricava da una relazione della Giunta regionale aggiornata, come il censimento delle proprietà, ad aprile dello scorso anno) la Regione incassa meno di due milioni di euro (1.851.767,02). In molti casi il canone è vicino al valore di mercato del bene locato: in altri, invece, è a dir poco irrisorio. Le proprietà di Piazza Duca degli Abruzzi a Napoli (sei attività commerciali, un deposito, tre uffici e sei abitazioni) fruttano ad esempio, complessivamente, 22 mila euro annui. Per uno degli immobili il canone è addirittura di 2,58 euro. Sempre annui.

I canoni e le destinazioni “fantasma”. Troppo spesso destinazione d’uso ed (eventuale) canone corrisposto non sono noti. Non comunicati o non pubblicati. «Le informazioni oggi disponibili – spiega Alfonso Viola della segreteria generale Cgil Campania – sono il frutto di un lungo e complesso lavoro realizzato dall’Agenzia per il patrimonio, creata qualche anno fa per dare seguito al Piano di stabilizzazione finanziaria varato nel 2010». Un piano della Giunta Caldoro finalizzato a risistemare i conti, dopo lo sforamento del patto di stabilità interno degli anni precedenti. «Si decise quindi – spiega ancora Viola - di censire il ricchissimo patrimonio immobiliare per metterlo a reddito. Lavoro non semplice: si tratta di verificare, cespite per cespite, qual è la situazione e lo stato d’uso. Ma anche di stabilire quali di questi immobili, ed in particolare negozi ed appartamenti, hanno un valore commerciale: ve ne sono di sicuro, soprattutto nell’area metropolitana di Napoli. L’Agenzia non ha ancora completato il lavoro, ma se ne occuperà sicuramente la prossima consiliatura, cui anche noi del sindacato chiederemo un programma razionale e produttivo di utilizzo o dismissione, senza favoritismi e logiche clientelati». «Qualche alienazione era già prevista in uno dei commi della cosiddetta Finanziaria regionale – aggiunge Dario Barbirotti, della seconda Commissione consiliare permanente al Patrimonio – ma non se n’è fatto nulla: prevedeva beni venduti a prezzi risibili, ed altri ceduti a condizioni spropositate, fuori da ogni logica».

Se ne riparlerà quindi nella consiliatura che verrà fuori dalle elezioni del 31 maggio. Ma intanto qual è lo stato dell’arte? L’elenco della Giunta regionale relativo ai fitti attivi (tanto per i terreni quanto per i fabbricati) è davvero striminzito: evidente, evidentissimo che sono ancora molte le proprietà non ancora censite. Per i terreni, la Regione riscuote annualmente 755.001.53 euro. Per i fabbricati (abitazioni, negozi e depositi) poco più di un milione: per la precisione 1.096.765,67.

Gli immobili in provincia di Salerno. Tra gli immobili locati censiti in provincia di Salerno, uno a Cava de Tirreni frutta appena 344,47 euro l’anno (ma pare sia adibito ad attività sociali). Un immobile in via Generale Clark 103 frutta appena 839,62 euro annui. Ignota la destinazione d’uso. L’Hotel Mediterranea paga un canone annuo di 129.052,80euro («Ma è stato totalmente ristrutturato da noi – chiarisce il direttore, Tonino Sorgente – e recuperato da uno stato di estrema fatiscenza provocato dall’occupazione dei terremotati prima, e dal totale abbandono poi»). Per un negozio ad Altavilla Silentina la Regione incassa poco più di 200 euro al mese. Tre ampi depositi a Borgo Cioffi (Eboli), del valore complessivo di 271.700 euro, fruttano poco più di 30 mila euro annui. Un negozio a Capaccio (Gromola) che sfiora un valore di 100 mila euro è fittato a 5.000 euro annui. Per una bella abitazione nella stessa zona (valore: 183.600 euro), la Regione incassa appena 397,45 euro. Un’altra più modesta, poco più in là (valore catastale: 148.500 euro), frutta meno di 150 euro mensili. Un negozio a Borgo Spinazzo, sempre nel comune di Capaccio, paga un canone annuo di 3.939,96. Vari immobili in una bella struttura a Castellabate (via De Angelis) sono ceduti a canone 0: ma per ospitare attività sociali. Nessuna notizia ufficiale sugli altri appartamenti e negozi – la stragrande maggioranza - di proprietà dell’ente.

Terreni. Fitti decisamente più esigui per i terreni, tutti rigorosamente agricoli: il più fruttuoso è un seminativo irriguo da 35.000 mq ad Eboli (canone annuo 37.365); un terreno di poco superiore ai 3100 mq a Capaccio frutta 13.339,79 euro. Di tutti gli altri terreni, nell’elenco stilato dalla Giunta non v’è traccia: non è dato sapere quindi se e quanto fruttano annualmente.

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