Regione dalle uova d’oro

È di oltre 11 milioni l’anno la spesa per sostenere gli ex della casta

NAPOLI. Sono 243 i vitalizi che ogni mese sono erogati dalla Regione Campania. Oltre 11 milioni l’anno, inseriti in un capitolo di spesa del Bilancio della Giunta regionale, oggi guidata da Vincenzo De Luca. Sono gli assegni lordi maturati dai consiglieri che hanno compiuto 60 anni di età e che hanno corrisposto il contributo per un periodo di almeno cinque anni nel corso del mandato al consiglio regionale.

Non sono gli unici, mancano ancora all’appello tutti quelli che non hanno raggiunto il limite di età previsto dalla legge, prima di cominciare ad incassare.

Destra, sinistra, centro, la politica è tutta rappresentata. Accanto ai vitalizi storici, quelli maturati agli albori del Consiglio regionale, gli anni Settanta, ecco quelli dell’ultima ora. Meglio, dell’ultima legislatura, prima che la soppressione della legge abbia il suo effetto. La legislatura guidata da Stefano Caldoro è stata l’ultima buona per assicurasi la “pensione da consigliere”.

Una media di tremila euro lordi per una manciata di contributi. Niente male. Il centro sinistra vince 3-1 e strappa il primato del vitalizio più ricco. In testa l’ex governatore e sindaco di Napoli Antonio Bassolino che vanta tre mandati regionali, il primo oltre 45 anni fa; l’ex assessore regionale e al Comune di Napoli Antonio Amato, 68 anni; e Giovanni Pianese, segretario provinciale della Dc in Irpinia, poi capogruppo della Margherita. Per i tre il vitalizio mensile è di 6.993 euro. Sono in compagnia del nemico politico Salvatore Ronghi , una vita a destra e un portafogli rimpinguato dall’incarico a segretario generale della Regione Lazio, senza dimenticare che il sodale dell’ex governatrice romana Renata Polverini è stato anche vice presidente del Consiglio regionale campano e fondatore di Forza del Sud. Anche per lui 6.993 euro mensili.

Bassolino divenne consigliere regionale a soli 23 anni, era il 1970 e poco dopo fu nominato segretario della Federazione di Avellino, naturalmente con il Pci, per 4 anni.

Tra i beneficiari del vitalizio ecco Nino Daniele, attuale assessore alla Cultura a Napoli nella giunta del sindaco Luigi de Magistris. È stato consigliere regionale della Campania dal 1995 al 2005 e vice presidente della giunta. Oggi ha 62 anni e gli spetta un vitalizio di quasi 5 mila euro. Quasi 4 mila euro per Alfredo Vito, mister centomila voti (1987) con la Dc e oggi con Forza Italia. Accusato di voto scambio, patteggiò due anni di pena.

Nell’elenco spunta Nicola Mancino, ex ministro degli Interni, chiamato in causa nella presunta trattativa Stato mafia, per lui 3600 euro che si sommano ai quasi diecimila euro che incassa come pensione parlamentare.

Per lo scrittore Massimo Galluppi 3.300 euro per il suo mandato nel 2002, stesso importo per l’ex assessore regionale all’Urbanistica Gabriella Cundari, in quota Bassolino. Circa 2.800 euro per Teresa Armato, 60 anni, democristiana, poi nella Margherita e scelta anche lei dall’ex governatore del centrosinistra nella sua squadra di governo a Santa Lucia nel 2007 come assessore all’Università e alla ricerca scientifica.

Vitalizio anche per Vittorio Silvestrini, 3300 euro al presidente della Fondazione Idis di Città della Scienza. E ai parlamentari come Aldo Cennamo, 3.146 euro, Sergio Cola, 3.300 euro, l’ex vicesindaco di Napoli Mario Santangelo, 6.600 euro, l’ex governatore An Antonio Rastrelli, 3.579 euro.

Di pensioni Giovanni Russo Spena, pare ne prenda già due. Oggi 70 enne, esordio militante nella sinistra extraparlamentare, poi Democrazia proletaria, Rifondazione fino a diventare senatore con l’Ulivo nel 1996, come ex consigliere regionale a lui spettano 3.300 euro. Una curiosità: il vitalizio mensile minimo erogato è di 2.532 euro lordi. Sarebbe una manna per milioni di campani

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