Regionali, la convention del Pd sul Sud. De Luca: sfoderiamo le sciabole

Polemica con Travaglio che annuncia di volerlo querelare. E il leader di Idv solidale col giornalista. A sorpresa arriva Bassolino: "Ci rispettiamo. Intendo valorizzare le cose buone fatte in questi anni"

NAPOLI. Rosa Russo Iervolino arriva alle 16 e le cedono subito un posto in prima fila. Per la giovane deputata Picierno, anch’essa giunta in ritardo, vale l’antico detto del "chi tardi arriva male alloggia". A stento riesce a trovare spazio a terra nella sala Newton della Cittá della Scienza.

Il segretario regionale Enzo Amendola, il responsabile per il Mezzogiorno Umberto Ranieri e l’europarlamentare Andrea Cozzolino, introducono i temi della convention del Partito democratico, ma non riescono a scaldare gli animi. Ci prova Sergio D’Antoni, che racconta la storiella di Sant’Ambrogio che finge di essere San Gennaro e spinge un disoccupato napoletano al suicidio. Scoperto viene ammonito da San Pietro: «Ambrogio quante volte ti devo dire che non si risolve così la questione meridionale?».

Il popolo del Pd accorso per ascoltare Bersani e i candidati del centrosinistra alla guida delle regioni meridionale, finalmente si rilassa e accoglie l’invito a sorridere. «Siamo più forti di quanto pensassero. Adesso - dirá più tardi il segretario Bersani - sono loro che cominciano a preoccuparsi. A cominciare proprio dalla Campania».

I primi applausi, scroscianti, sono proprio per lui, il candidato alla presidenza della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il programma prevede che dopo gli interventi iniziali, tra cui anche quelli di Francesca Coletti, presidente regionale dell’Arci, e di Giorgio Fiore, presidente di Confindustria Campania, i candidati siano intervistati da un giornalista de "IlMattino". Uno schema che, come si comprenderá subito, non funziona. Almeno per Vincenzo De Luca, che è un irregolare della politica ed è qui dalle tre del pomeriggio per incontrare la base del Partito democratico partenopeo, di cui ha bisogno come il pane per la battaglia elettorale. De Luca risponderá alla domanda sui rifiuti, che tra l’altro è uno dei suoi cavalli di battaglia da anni, prima però si rivolge alla platea.

Ringrazia i presenti e li invita ad «alzare la bandiera della questione morale. Siamo giunti alla soglia di sicurezza, stiamo parlando dei voti dei camorristi. Dunque basta con lo stile british, tiriamo fuori le sciabole e combattiamo a viso aperto contro chi ha candidato nelle proprie fila persone condannate per camorra».

Poi attacca Caldoro: «Noi abbiamo detto no alle centrali nucleari e alla privatizzazione dell’acqua. Cosa dice Caldoro? E’ una brava persona, onesta, garbata, gentile, un "babá". Ma noi non dobbiamo andare ad una sfilata di moda, ci dica cosa vuole fare sulle centrali nucleari».
Il popolo del Pd applaude e, per la seconda volta, applaude pure Rosa Russo Iervolino (la prima, è stata sulle societá provinciali per i rifiuti) seduta accanto ad Antonio Valiante. Ci sono domande anche per Loiero candidato in Calabria e per Di Filippo in Basilicata. Vendola è assente, ma nessuno sembra accorgersene. Né vengono date spiegazioni.

Alle 17.20 fa il suo ingresso in sala Antonio Bassolino. Non appena giunge il suo turno, prima di rispondere alla domanda del giornalista, DeLuca comincia a parlare al popolo del Pd: «Saluto affettuosamente Bassolino. Lo ringrazio e gli confermo che valorizzeremo tutto quanto di buono è stato fatto. Voglio chiarirlo in via definitiva: noi ci rispettiamo e stiamo combattendo una sola battaglia».

Era ciò che i militanti del Pd volevano sentire. Si alzano in piedi, applaudono e sventolano bandiere. «Il suo lavoro - aggiunge De Luca - è parte della storia civile e democratica di questa regione. Abbiamo deciso insieme di aprire un’altra stagione politica, nella quale valorizzare alcuni aspetti. Per il resto, la cosa è nota, io sono per cambiare tutto. Soprattutto sul piano politico. Una delle croci che Antonio ha dovuto sopportare è stata la contrattazione con alcuni notabilati politici. E, spesso, si è preso anche responsabilitá non sue. Ora, però, quei notabili che ti hanno messo in croce e ci hanno tolto la pace, stanno dall’altra parte. Il mercato è finito e, grazie a Dio, non avremo i problemi che ha avuto Bassolino».

Ma per governare bisogna vincere le elezioni e per vincere le elezioni servono i voti. De Luca si rivolge anche alla Iervolino: «Stiamo attenti, Rosa. Dio non voglia, ma se perdiamo alla Regione tra dieci mesi toccherá anche a Napoli». La domanda a cui doveva rispondere riguardava il documento della Conferenza episcopale italiana che auspica un rinnovo della classe dirigente meridionale. «Nelle nostre liste - dice De Luca - non ci sono condannati, inquisiti per camorra e non ci sono ladri. Abbiamo le carte in regola per aprire una battaglia sulla questione morale, dall’altra parte hanno fatto porcherie». Poi, però, parla anche dei suoi problemi con la giustizia: «Oltre che a pubblicarle sul sito mi porto dietro le carte della Procura che mi riguardano, come se si trattasse del vangelo di Matteo, il santo patrono della mia cittá». Comincia a leggere i capi di accusa di concussione e di truffa per la vicenda dell’ex Ideal Standard. Spiega il contesto e afferma che lui «quella delibera e quella telefonata per sollecitare la cassa integrazione a 200 operai le rifarebbe altre tremila volte». E ne approfitta per replicare a Travaglio: «Mi è capitato di sentirlo parlare dei miei capi di accusa senza spiegare a cosa si riferiscono. Spero di incontrarlo in una strada al buio».

Travaglio, appresa la notizia, dá mandato al suo legale di denunciare De Luca per minacce. Solidarietá al giornalista viene espressa da Di Pietro. In serata De Luca spiega che si trattava di una battuta scherzosa e che si rammarica se può aver dato luogo a fraintendimenti.

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