REGIONALI IN CAMPANIADe Luca: "L’Udc fa giochi di prestigio"

Il candidato del centrosinistra ad Avellino chiede il sostegno dei cattolici moderat. E per l'agroalimentare lancia la proposta di un polo tra Campania e Puglia

AVELLINO. «Trovo imbarazzante la posizione dell’Udc. Di sera vedo al telegiornale Casini che parla male del Governo e il giorno dopo me lo ritrovo con la mano sulla spalla di Cosentino. Ma questi giochi di prestigio finiranno». Nella sua ultima visita ad Avellino da candidato alla presidenza, ieri mattina Vincenzo De Luca ha sparato le ultime bordate sulla corazzata dello scudo crociato.

«Continuo ad appellarmi ai moderati - ha detto - perché la destra moderna non può accettare di rimettere la sanitá nella mani di quelli che l’hanno sfasciata. E i balletti di qualche assessore sono fin troppo chiari». Il riferimento, esplicito da queste parti, è alla stretta di mano tra l’assessore alla sanitá Montemarano, fedelissimo di De Mita, e il coordinatore regione del Pdl Nicola Cosentino. «Dopo 40 anni, come si può continuare ad avere fiducia in certi soggetti? E dopo 2000 anni di cristianesimo - ha scherzato De Luca - si dovrebbe avere capito che il voto cristiano è un voto di solidarietá, quindi chi vorreste votare? ».

Doveva essere un incontro con la stampa, invece De Luca ha trovato ad accoglierlo una folla entusiasta, alla quale ha chiesto l’impegno per lo scatto finale. «Possiamo ancora spostare molti voti - ha esortato - e sapete che i voti della camorra sono stati giá mobilitati, quindi a noi non resta che chiedere un voto di responsabilitá, ma dobbiamo farlo porta a porta. E se convincete un amico di destra, è meglio, è un voto che vale doppio».

Con la consueta decisione, diventata un suo tratto caratteristico, il sindaco di Salerno ha espresso il suo punto di vista: «L’alternativa è questa: la camorra nelle istituzioni o la regione in Europa. La candidatura di Roberto Conte - ha continuato - giá condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, è un segnale alla camorra, ma anche un messaggio alle forze dell’ordine, stiamo dicendo loro che ci siamo arresi».

Nel corso del suo intervento, l’analisi di De Luca ha spaziato dal locale al nazionale, ma prima ha preparato il terreno con una dichiarazione d’intenti: «La mia elezione significherebbe, finalmente, un equilibrio regionale nella distribuzione delle risorse. Con me, a Santa Lucia ci sarebbe uno che sa che la Campania non è solo Napoli. I trasferimenti sui territori - ha ribadito - avverrebbero in base ad una logica politica e non partitica».

De Luca è entrato poi nel dettaglio del programma per il rilancio dell’asse interno della regione: «Il primo problema da risolvere è quello della aree industriali istituite dopo il terremoto. Io sono per dare le aree a chi crea lavoro. Poi bisogna completare le infrastrutture e qui l’elenco è lunghissimo. La terza necessitá è la difesa dell’agricoltura di qualitá». Per valorizzare le coltivazioni delle province interne «la mia idea è creare un polo agro-alimentare a cavallo tra Puglia e Campania. Troppo spesso ci limitiamo a trasformare le materie prime che arrivano dal Tavoliere, alle quali bisogna aggiungere i costi dei trasporti». De Luca ha sottolineato le ricadute nazionali del voto regionale più di una volta, mirando ai sentimenti tradizionalisti del ceto medio irpino. «Il federalismo - ha incalzato De Luca - è la cornice flebile entro la quale si consuma l’unitá nazionale. Abbiamo le nostre responsabilitá, il governo Prodi ha creato un vero odio sociale nei nostri confronti, ma il blocco di potere Lega-Tremonti ricatta il governo. Stiamo spaccando l’unitá d’Italia - ha ripetuto - nelle regioni del nord è giá successo, nelle loro teste è giá successo».

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