Reflui nel fiume, sanzionato il Comune 

Sopralluogo a Tavernola e verbale dell’Arpac. Era già scaduta la proroga legata ai lavori di sistemazione dell’impianto

Gli agenti sanzionano chi sversa nel fiume. Non si tratta di imprenditori spregiudicati: con il depuratore ancora fermo, a scaricare abusivamente i reflui nelle acque del Tusciano è proprio il Comune di Battipaglia. È quanto emerge da un verbale di ispezione a firma dei tecnici dell’Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, che hanno rilevato gli illeciti municipali, hanno sanzionato l’accaduto ed hanno trasmesso il dossier alla Procura di Salerno.
Il fatto. Ai primi di novembre, gli ispettori arrivano a Tavernola: vorrebbero prelevare un campione d’acqua depurata, ma non ce n’è, visto che i liquami finiscono dritti nel Tusciano. L’impianto è fermo. Sono passati solo 10 mesi dal termine dei lavori per l’adeguamento tecnologico, costati quasi 3 milioni di euro, ma la piattaforma non viene utilizzata. A fine settembre, dopo che i gestori dell’impianto comunale, i tecnici dell’Asis, avevano fatto sapere all’Ente che le impurità trasportate dalle piogge avevano rotto il rotostaccio, il filtro attraverso i quale i liquami vengono sgrigliati, la sindaca Cecilia Francese aveva comunicato il fermo impianto.
A quel punto il dirigente tecnico comunale Carmine Salerno aveva firmato un’autorizzazione, in deroga, al superamento dei valori limiti di emissione. Nell’atto si prevedeva che, per l’esecuzione dei lavori, la piattaforma restasse ferma per 30 giorni, fino al 26 ottobre. Quando arriva l’Arpac, la scadenza è passata da un pezzo: l’impianto, però, è ancora inattivo, con i reflui che finiscono nel fiume.
Il verbale. E così gli agenti tirano fuori il taccuino: nel verbale si legge che il Comune scarica il refluo tal quale, senza che l’impianto depuri neppure un millilitro d’acqua. Del nuovo rotostaccio, neppure l’ombra: mentre le responsabilità rimbalzano tra Palazzo di Città e l’Asis, gli sversamenti abusivi proseguono ininterrottamente: l’Arpac trasmette la nota ai tecnici della Regione che dovranno quantificare l’importo della sanzione amministrativa. E il carteggio finisce pure alla Procura di Salerno: i pm dovranno appurare eventuali responsabilità penali.
I lavori. Ad oggi, 32 giorni dopo la scadenza del fermo impianto in deroga, nulla è cambiato. L’impianto è fermo da due mesi, ma i cittadini pagheranno regolarmente le quote per la depurazione. La EcoMac di Scafati è al lavoro per rimuovere le criticità: un’operazione per la quale il Comune spenderà 27.562 euro. All’Asis tocca sostituire il rotostaccio. Intanto la giunta attende il lasciapassare regionale per riutilizzare i 507mila euro avanzati dall’adeguamento tecnologico nel potenziamento della gestione delle acque meteoriche, che trasportano quelle impurità che hanno distrutto il rotostaccio, e rifunzionalizzare la linea per trattare i fanghi, adeguandola ad un depuratore che purifica più acqua (200 litri al secondo a fronte dei 40 di prima) e che di fanghi ne produce di più.
Carmine Landi
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