Redditi falsi, sequestri per 25 milioni 

Operazione della Finanza di Castellammare: la base nella città stabiese, lo snodo principale a Scafati. Nei guai 28 persone

Avrebbero presentato quasi 4.500 dichiarazioni dei redditi di lavoratori dipendenti e pensionati che attestavano inesistenti spese mediche e crediti maturati per complessivi 52 milioni di euro, portando lo Stato a subire un danno erariale per rimborsi Irpef da oltre 25 milioni. Per questo motivo 28 persone sono indagate perché ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, falso e sostituzione di persona.
La base del presunto sistema aveva sede a Castellammare di Stabia, dove in tre centri di assistenza fiscale avveniva, secondo gli inquirenti, l’iter della truffa per mano di due professionisti, ritenuti i capi dell’organizzazione. Ma uno snodo importante era a Scafati, dove diversi procacciatori d’affari arrivavano per aprire libretti postali e bancari, dando così meno nell’occhio. Da qui, poi, cercavano persone che si dichiaravano disponibili a farsi assistere dai Caf stabiesi.
Ieri la Finanza di Castellammare di Stabia, coadiuvata da decine di altri reparti, ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Torre Annunziata su richiesta della Procura finalizzato alla confisca per equivalente a Castellammare di Stabia, Scafati e poi a Boscotrecase, Torre del Greco, Pompei, Santa Maria la Carità, Volla, Giugliano in Campania, Roma, Pomezia, Salerno, Siena, Milano, Bologna, Parma, Vicenza e Jesi. Sono stati sequestrati diversi conti correnti e auto alle 28 persone indagate.
Nei guai sono finiti gli scafatesi Ferdinando Muollo e Gianluca Salvatore Manzo, e con loro Vincenzo Esposito, Carlo Alberto Esposito, Catello Norato, Angelo Boccioli, Liberato Caracciolo, Andrea Di Palma, Massimo Aponte, Gennaro Di Palma, Antonio Rubicondo, Beniamino Donnarumma, Giovanni Comentale, Domenico Monaco, Roberto Di Biase, Mariano Cardinale, Carmine Di Vicino, Raimondo Cirillo, Rosalia Calemma, Antonio Porzio, Luigi Silvestri, Rodolfo Plesinger, Giuseppe Cantone, Antonio Bastone, Francesco Iaccarino, Giuseppe Menditto e Aniello Varriale.
«I 730 erano relativi alle annualità 2013, 2014 e 2015: i contribuenti - ha detto il procuratore di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico - titolari delle dichiarazioni, una volta ricevuto l’accredito, dovevano devolvere ai soggetti del sodalizio criminale un “compenso” variabile dal 30 al 50 per cento del rimborso ricevuto». Le indagini hanno inoltre evidenziato come il gruppo avrebbe attuato un’ulteriore tentata truffa ai danni dell’Inps presentando 512 modelli 730/4 integrativi per il 2015, per un totale di oltre 3,6 milioni, truffa scongiurata grazie all’attività condotta dalla Guardia di Finanza.
Domenico Gramazio
©RIPRODUZIONE RISERVATA