“Red Ray”, i militari finti aiutano i poliziotti veri

Il software dell’azienda salernitana che ha stregato gli appassionati di war games è stato richiesto dalla questura di Roma per l’addestramento dei propri agenti

Una piccola azienda salernitana, di Pellezzano per l’esattezza, sta facendo parlare di se tutta l’Europa grazie ad un brevetto: il Red Ray che consente, attraverso l’uso dei raggi infrarossi, di trasformare, in un perfetto simulatore, le armi utilizzate nei giochi tattici. Una invenzione tanto geniale che non solo ha evoluto il gioco del Softair (circa 70mila persone in Italia) ma anche quello dell’esercito italiano e non solo. La Questura di Roma infatti ha commissionato all’azienda salernitana, lo sviluppo di un sistema per l’addestramento dei suoi agenti.

«Una bella soddisfazione - spiega Errico Scanavino uno dei quattro soci della Red Ray - E pensare che tutto era nato per gioco». L’idea infatti nasce nel 2006 da un ingegnere elettronico, Elio Salvatore Sciumanò, appassionato di Softair (gioco tattico) che sente la necessità di trovare un sistema più efficace di gioco e rendere le battaglie simulate quanto più reali e senza possibilità di imbroglio. Mutuato dal sistema Miles - utilizzato per l’addestramento dei Marines americani - il Red Ray (raggio rosso) progettato da Sciumanò si è perfezionato e grazie ad un piccolo software che viene applicato sull’arma giocattolo è in grado di riconoscere il calibro, la gittata, la cadenza di fuoco oltre a prendere in considerazione, durante la battaglia, il livello di protezioni indossate dall’avversario. Un sistema perfetto che conta i colpi e che avverte, in maniera inequivocabile, quando si è eliminato l’avversario disabilitandogli addirittura l’arma. Essendo poi un software consente anche di creare un database con tutte le statistiche del giocatore. Insieme ad altri tre soci (con Scanavino ci sono anche Alfonso Avallone e Gaetano Materazzi) Sciumanò fonda la Red Ray srl e inizia, come in un gioco di guerra, ad invadere il mercato del Softair introducendo il Laser Tag. «In pratica - spiega Scanavino - il Softair utilizza proiettili di gomma, che possono essere anche pericolosi, mentre il nostro sistema è totalmente inoffensivo e non produce né usura per l’arma e né materiali di consumo». In Italia, ad aver adottato il sistema Red Ray, sono già oltre un migliaio di giocatori. «Il kit completo costa circa 350 euro - spiega Scanavino - ed è composto da una An-Peq, il classico mirino laser dei fucili d’assalto, che nel nostro caso diventa il contenitore del software e i sensori (tre) che vengono applicati sull’elmetto». Il Red Ray proietta un cono e consente di colpire l’avversario da ogni direzione. Il sistema ha già iniziato ad aggredire i mercato esteri («si vende molto nella Repubblica Ceca ma anche in Francia e Germania») e grazie alla presenza nelle fiere di settore, a diffondersi rapidamente. «Per il momento siamo noi quattro - commenta Scanavino - ma considerato il mercato è facile immaginare che questa piccola azienda possa anche crescere». Nella nostra provincia ci sono già due club Laser Tag «ma sono destinati a crescere in tutta Italia - commenta Marco Napoli, appassionato storico - Il sistema Red Ray rappresenta il futuro per questo tipo gioco, perché offre possibilità più reali rispetto al vecchio Softair la cui gittata è decisamente più limitata e non corrispondente alle potenzialità dell’arma usata».

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