Record di visitatori, la Campania al top 

Cinquanta milioni di persone nei musei e nei siti archeologici italiani: crescita notevole per Caserta, Capodimonte e Paestum

ROMA. Il 2017 è stato un anno record per i musei e i siti archeologici italiani: con oltre 50 milioni di visitatori e incassi per 200 milioni di euro, la crescita rispetto al 2016 supera il 10%. A rendere noti i dati complessivi registrati nell’anno che si è appena concluso è stato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. Le migliori performance per numero di visitatori nel 2017 le hanno fatte i musei e i siti archeologici della Campania che stanno vivendo una stagione felice: nella “Top 30” dei musei italiani, diffusa dal Mibact, la Reggia di Capodimonte è una delle due “new entry” della classifica. L’altra è Villa Adriana a Tivoli, la splendida residenza voluta dall’imperatore Adriano fuori Roma (che ha registrato una crescita del 5,7% di visitatori). A Capodimonte gli ingressi sono cresciuti del 21,2% nell’arco di un solo anno. Un risultato eccellente, ma meglio ancora ha fatto un’altra reggia, quella di Caserta (+22,8% di visitatori), che sta raccogliendo i frutti della gestione del nuovo direttore, Mauro Felicori, il quale ha “concesso” il sito per feste e matrimoni, con l’idea che i luoghi culturali debbano essere tutelati ma anche produrre reddito. A gonfie vele Pompei (+7,6% di visitatori), Ercolano (+17,3%) e Paestum (+15,1%). Bene anche la grotta Azzurra di Capri (+10,5%).
Soffrono, invece, alcune realtà importanti del Lazio: il sito di Ostia Antica è sceso di tre posizioni nella classifica (-1,6%). Male il Museo Nazionale Romano, che ospita le più importanti collezioni riguardanti la storia e la cultura della città in epoca antica, (-1,8%, giù di due posizioni). E male anche Castel Sant’Angelo, che resta tra i primi 5 musei più visitati d’Italia ma ha perso il 6,4% di visitatori. In Toscana la “star” del 2017 è stata Palazzo Pitti (+22,5%), ottimi risultati pure per gli Uffizi (+10,4%), le Gallerie dell’Accademia di Firenze (+11,1%), il Giardino di Boboli (+13,5%) e le Cappelle Medicee (+5,8%). Luci e ombre a Torino: al Museo Egizio, che ospita una delle più importanti collezioni al mondo, i visitatori sono diminuiti nel 2017 dello 0,8%, aumentati invece ai Musei Reali (+14,8%) e alla Venaria Reale (+4,5%), riaperta non molti anni fa dopo un lungo lavoro di restauro. A Milano splendono le due “perle” della città, la Pinacoteca di Brera (+6,2) e il Cenacolo Vinciano (+1,4%). Trieste vanta il Castello di Miramare che guadagna tre posizioni in classifica (+14,3%). La “maglia nera”, invece, va al Palazzo Ducale di Mantova, che perde addirittura l’11,1% dei visitatori.
«Il bilancio della riforma dei musei – ha osservato il ministro Franceschini – è davvero eccezionale: dai 38 milioni del 2013 ai 50 milioni del 2017, i visitatori sono aumentati in quattro anni di circa 12 milioni (+31%) e gli incassi di circa 70 milioni di euro (+53%). Risorse preziose che contribuiscono alla tutela del nostro patrimonio e che tornano regolarmente nelle casse dei musei attraverso un sistema che premia le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà con un fondo di perequazione nazionale».
La crescita del numero di visitatori non può non essere messa in relazione al mutamento dei flussi turistici: l’Italia ha guadagnato posizione nei circuiti internazionali anche a causa dei rischi legati ad altre mete, sia per l’instabilità e i conflitti che si registrano in alcuni Paesi, sia per il timore di attentati che ha reso meno “attraenti” alcune capitali europea. Nondimeno, però, i risultati del 2017 sono anche il frutto delle politiche messe in campo a sostegno dei siti di interesse colturale. «I musei e i siti archeologici italiani – ha sottolineato Franceschini – stanno vivendo un momento di rinnovata vitalità e al successo dei visitatori e degli incassi corrisponde una nuova centralità nella vita culturale nazionale, un rafforzamento della ricerca e della produzione scientifica e un ritrovato legame con le scuole e con i territori. Per il quarto anno consecutivo l’Italia viaggia in controtendenza rispetto al resto d’Europa con tassi di crescita a due cifre, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno che, anche nel 2017, hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione del trend nazionale».
Anche il ministro dei Beni culturali mette in evidenza il dato della Campania: «È ormai stabile al secondo posto della classifica delle regioni più virtuose: la rinascita di Pompei è stata sicuramente da traino ma sono state molto positive anche le altre esperienze delle gestioni autonome dalla Reggia di Caserta, al Museo archeologico Nazionale di Napoli, a Capodimonte, a Paestum».
Ciò che suscita interesse è, indubbiamente, il patrimonio archeologico. «Nel 2017 tutti i musei hanno registrato significativi tassi di crescita, ma circa un terzo dei visitatori – ha osservato Franceschini – si sono concentrati tra Pompei, Paestum, Colosseo, Fori, Ostia Antica, Ercolano, l’Appia antica e i grandi musei nazionali come Napoli, Taranto, Venezia e Reggio Calabria e il Museo nazionale romano».