il Confronto 

Reato di omicidio d’identità Il procuratore boccia il ddl

«Scappate, mettetevi in salvo e poi denunciate. E, soprattutto, sappiate che è solo il rispetto a chiudere la porta alla violenza». Le parole di Filomena Lamberti risuonano nella sala Genovesi della...

«Scappate, mettetevi in salvo e poi denunciate. E, soprattutto, sappiate che è solo il rispetto a chiudere la porta alla violenza». Le parole di Filomena Lamberti risuonano nella sala Genovesi della Camera di Commercio. «Non ho avuto giustizia, è stato un processo scandaloso», racconta ricordando che il suo ex marito ha avuto una condanna di soli 15 mesi per averla sfigurata con l’acido. «Voleva che morissi senza uccidermi, poteva farlo – ha spiegato – erano le 4 del mattino, dormivo. Poteva accoltellarmi, invece voleva che nessun altro mi avesse più come ero, ma io non volevo lasciarlo per stare con un altro, volevo solo scappare e mettere fine a trent’anni di violenze».
Ora Filomena Lamberti si definisce finalmente «una donna libera», ha scritto un libro “Un’altra vita” e visita le scuole dove va a spiegare che cosa significa essere stata «condannata a morire senza essere morta». La testimonianza di Filomena Lamberti è stato il momento clou di un convegno organizzato dall’associazione l’Accento con i Lions Club Salerno Arechi sul tema dell’omicidio d’identità. Reato al centro di un disegno di legge, attualmente in votazione. «Questa legge nasce dal lavoro sul campo e non è solo rivolta alle donne, quindi meramente femminista, ma alla tutela della persona quando viene violata nella sua identità e il volto è il primo elemento che compone questa identità», ha spiegato l’avvocato Maurizio Zuccaro che ha redatto il testo con l’avvocato Sergio Pisani.
«I numeri ci dicono che le donne morte per femminicidio sono il doppio delle vittime di mafia e camorra messe insieme, per questo riteniamo che ci sia un vuoto normativo che andava colmato». In particolare, nel ddl si prevedono due novità: l’impossibilità di accedere a riti alternativi e di ottenere benefici rispetto alla pena. Una nuova fattispecie di reato della quale, secondo il procuratore della Repubblica di Salerno, Corrado Lembo, «non c’era bisogno». «Sta nascendo un diritto penale nuovo che definirei emozionale. Non c’è vuoto normativo perché c’è una fattispecie, di lesioni gravissime che si riconduce a uno sfregio permanente». Conclusioni del dibattito affidate al deputato Tino Iannuzzi. (e.t.)
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