Rc auto, dopo le “sanzioni” nuovo via libera ai rimborsi

La Cassazione riapre la strada ai ricorsi degli automobilisti che dal ’97 al 2000 furono vittime dei rincari che alcune compagnie applicarono in accordo tra loro

Caro polizze Rc auto: la Cassazione riapre la strada ai rimborsi per gli automobilisti. Quanti si sono visti rincarare negli anni scorsi aumenti della polizza da una delle compagnie “sanzionate” dall’Antitrust per aver creato un cartello finalizzato a mantenere alti i premi assicurativi, hanno ora nuovamente la possibilità di chiedere il rimborso dei rincari “fuorilegge”. A stabilirlo è la Terza sezione civile della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27527 del 10 dicembre 2013 scorso, che sostanzialmente riapre la strada alla possibilità di agire per i rimborsi. La vicenza è nota: oltre dieci anni fa l’Antitrust comminò una multa alle principali compagnie di assicurazione ree, per l’Autorità di vigilanza, di aver creato un “cartello” per mantenere alti i premi corrisposti dagli automobilisti. 700 miliardi di vecchie lire, questa la sanzione comminata, distribuite tra Ras (95 miliardi di lire), Sai (70 miliardi), Generali (59), Lloyd Adriatico (51 miliardi) ed altre compagnie minori, che spianò la strada a numerosi ricorsi al Giudice di pace (quasi tutti accolti). Poi un decreto ad hoc del Governo Berlusconi, nel 2007, trasferì le competenze in materia alle Corti di Appello e modificò i termini della prescrizione, complicando non poco le procedure e i relativi costi. Un automobilista napoletano non s’è dato per vinto e ha presentato ricorso alla Suprema Corte contro la decisione con cui la Corte di Appello di Napoli, nel 2006, aveva escluso, per intervenuta prescrizione alla luce dei nuovi termini fissati dal Governo, che la società assicuratrice dovesse rimborsargli alcunché per gli aumenti scattati tra il 1997 e il 2000. La Cassazione ha dato ragione all’automobilista napoletano: la compagnia dovrà restituirgli 1.051,85, maggiorati di interessi e rivalutazione. Il 20%, in sostanza, dei premi pagati, compreso il 1997, che secondo la Corte d’Appello napoletana si era prescritto alla luce del suddetto decreto. La Corte ha rimandato la causa ai magistrati della Corte d’Appello, ammonendoli però a ricordarsi che «indicazioni emerse in sede comunitaria» ritengono sia «sommo interesse dell’ordinamento giuridico economico» assicurare il risarcimento alle vittime delle violazioni al libero mercato, «anche in funzione preventiva e dissuasiva rispetto ad ulteriori illeciti» e ai danni che ne «derivano alla collettività intera». I giudici ermellini, in sostanza, hanno già imposto la condanna della compagnia di assicurazione. Adusbef e Federconsumatori hanno predisposto sportelli ad hoc per prestare assistenza legale agli assicurati delle compagnie multate.

Remo Ferrara

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