LA SENTENZA

Ravello, guerra delle tasse: albergatori bocciati

I giudici respingono il ricorso delle imprese di Ravello contro il diniego comunale dell’agevolazione “anti-Covid” sulla Tari

RAVELLO - Il primo round della guerra della Tari arride al Comune. Le toghe della Prima sezione salernitana del Tribunale amministrativo regionale, presieduta dal giudice Leonardo Pasanisi , hanno bocciato il ricorso degli albergatori di Ravello, insorti contro il no agli sgravi sulla tassa per i rifiuti. Un’infuocata battaglia che prese il la la scorsa estate, quando l’amministrazione comunale della Città della Musica approvò delle misure agevolative tese a ridurre i tributi, allo scopo di alleggerire la pressione fiscale sulle attività del comparto turistico, fortemente colpito dall’emergenza Covid.

All’interno della deliberazione, però, in applicazione del metodo definito dall’Autorità di regolamentazione per energia, reti e ambienti, l’Arera, era stato incluso il settore extralberghiero, ma non gli alberghi. Otto imprenditori, infatti, hanno ricevuto le cartelle con applicazione della tariffa piena: nessuna differenza tra il 2019, anno che aveva fatto registrare un boom di presenze, e il 2020 fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria. Gli albergatori di Ravello, a novembre scorso, si sono quindi rivolti a Confindustria Salerno, con la collaborazione della quale avevano richiesto all’Ente guidato dal sindaco Salvatore Di Martino di attivare le azioni di sostegno nei confronti degli albergatori alla luce della determinazione Arera, che riconosceva ai comuni la possibilità di applicare agevolazioni correlate agli effetti dell’emergenza Covid.

Non ottenendo alcuna risposta, i rappresentanti legali delle strutture alberghiere hanno chiesto al Comune di procedere, in autotutela, alla revisione delle deliberazioni approvate, al fine di attuare in maniera puntuale la norma agevolativa. A febbraio scorso, quindi, è arrivata la diffida da parte di Confindustria Salerno: anche in questo caso, nessuna risposta è arrivata da Palazzo Tolla. Per far valere i propri diritti, quindi, gli albergatori di Ravello hanno presentato ricorso al Tar. I rappresentanti di “Albergo Graal”, “Avino”, ditta “Fratelli Schiavo”, “Garden”, “Hotel Toro”, “Managing Hospitality”, “Albergo Marmorata” e “Villa Cimbrone” hanno chiesto al Tar di dichiarare l’illegittimità del silenzio del Comune di Ravello sull’istanza di autotutela, oltre al risarcimento del danno.

I magistrati, però, hanno stabilito che il ricorso non può essere accolto in quanto deve escludersi la sussistenza di un obbligo di provvedere dell’amministrazione a fronte di un’istanza di riesame in autotutela di un proprio provvedimento oramai divenuto inoppugnabile. Il potere di autotutela, infatti, soggiace alla più ampia valutazione discrezionale della pubblica amministrazione e non si esercita in base ad un'istanza di parte, in particolare se si tratta di un atto di sollecitazione e che non impone alcun obbligo giuridico di provvedere. Allo stesso modo è stata rigettata anche la domanda di risarcimento del danno da ritardo, priva del requisito imprescindibile dell’accertamento del fatto ritenuto foriero di danno. Gli albergatori potrebbero ricorrere in appello al Consiglio di Stato.

Salvatore Serio
©RIPRODUZIONE RISERVATA