IL CASO

Ravello, «Da 16 giorni prigionieri in casa nostra»

Le famiglie che vivono nell’area colpita dalla frana: «Non abbiamo strade d’accesso al mondo al di fuori di 543 gradini»

RAVELLO - «Siamo isolati da più di due settimane e se avessimo bisogno dei mezzi di soccorso saremmo spacciati». Il terrore pervade l’animo degli abitanti di Via Casa Rossa a Ravello, luogo dal quale, lo scorso 10 febbraio si è staccata un’enorme frana che ha distrutto parte della strada interpoderale che collegava questa zona della Città della Musica al centro, costringendo il sindaco Salvatore Di Martino alla completa chiusura del transito sia pedonale che veicolare. Gli abitanti che vivono in questo angolo di Costiera - dimezzati rispetto ad una settimana fa, visto che le famiglie che ne avevano la possibilità hanno deciso di spostarsi al centro di Ravello - potevano percorrere era questa l’unica via percorribile per raggiungere negozi e servizi anche di prima necessità. Pantaleone Carotenuto , giovane che vive in questa zona insieme a nonna Maria Mosca Bonaventura , si è fatto carico con grande generosità delle necessità primarie non solo della sua ma anche di alcune delle famiglie che abitano in questa parte della Costiera Amalfitana, rimasta isolata dal mondo ormai da 16 giorni a causa dello smottamento.

«Io vivo con mia nonna che ha 82 anni, vicino a noi ci sono anche altre persone anziane e nel caso in cui dovessimo avere la necessità di ricevere soccorsi, facendo tutti gli scongiuri del caso, sarebbe un grosso problema. Al momento è quasi impossibile arrivare dall’altra parte della frana e l’unica alternativa è un percorso fatto di 543 scalini che porta fino alla strada a poche centinaia di metri dal centro di Ravello ». È diventata un’impresa ardua anche svolgere le più semplici operazioni della vita quotidiana: «Per fare la spesa sono costretto a fare le scale e a caricarmi tutto il necessario e sto cercando di provvedere, per quanto mi è possibile, anche per i vicini - racconta Carotenuto - che non hanno la possibilità di muoversi. Per cucinare non abbiamo il metano e se in questi giorni dovesse finire improvvisamente la bombola del gas sarebbe impossibile salire tutte quelle scale per portarne una nuova».

Dopo l’evento franoso del 2019, avvenuto a poche centinaia di metri di distanza da quello che si è verificato solo pochi giorni fa, i cittadini di Via Casa Rossa hanno segnalato le criticità, ma purtroppo le denunce sono rimaste inascoltate: «Ci siamo fatti sentire, ma invano, perché siamo cinque famiglie ma penso che tutti abbiamo gli stessi diritti», chiosa Pantaleone. «La strada che è crollata era in bilico già da tanto tempo. Qui siamo abbandonati a noi stessi, speriamo che cambino le cose». Al momento nessuno degli abitanti della zona alta della Città della Musica ha avuto bisogno di assistenza, e ci auguriamo possa essere così anche per il futuro: «Stiamo bene. Purtroppo - spiega nonna Maria - possiamo andare a passeggio solo vicino casa, perché la strada è crollata. Speriamo che con l’arrivo del bel tempo finiscano presto i lavori». Mosca Maria Bonaventura è un’arzilla signora di 82 anni che fino a qualche settimana fa si recava al centro di Ravello, attraversando la stradina interpoderale e usufruendo del servizio navetta, per svolgere le mansioni più basilari, come fare la spesa o pagare una bolletta. La sua quotidianità, così come quella dei vicini di casa, è stata stravolta dalla frana, ma la nonnina non ha perso il sorriso e la speranza.

Speranza che condivide anche Salvatore Di Palma , che da quasi quattro anni vive qui: «Io non voglio incolpare nessuno, anche perché un evento tragico come una frana non è prevedibile. Ci tengo, però, a dire che a quella strada sono molto legato a livello sentimentale. Ho visto mio padre lavorare duramente, investire tempo e risorse economiche per realizzarla e oggi vederla distrutta mi provoca una morsa al cuore. Mi auguro che con lo stesso cuore chi debba svolgere i lavori lo faccia in maniera rapida e soprattutto definitiva. Vogliamo avere quella sicurezza che a tutti i cittadini deve essere garantita». Gli interventi per ripristinare la strada, affidati all’Impresa Edile “Ferrigno Michele” sono iniziati nei giorni scorsi, e dovrebbero concludersi entro 90 giorni, con l’impegno di installare in 15 giorni uno stradello di servizio a monte della nicchia di frana per ripristinare l’accessibilità alle abitazioni.

Salvatore Serio