Rapine nell’Agro, si attende il Ris

Pagani, le perizie per la seconda fase dell’inchiesta sugli assalti ai portavalori

PAGANI. Manca il deposito delle perizie affidate al nucleo “ris” dei carabinieri sulle tracce ematiche, per la conclusione delle indagini preliminari della seconda fase della maxi inchiesta “Fabbro” sulle rapine ai portavalori. A febbraio il gip aveva accolto la richiesta cautelare per Manzo sulla partecipazione a due episodi di rapina: a maggio del 2011 a Pontecagnano, colpo eseguito da un commando ai danni di un portavalori dell’Ipervigile durante le operazioni di prelievo alla Banca Unicredit, e a settembre del 2011, col blitz in autostrada nella galleria Seminario a Nocera Inferiore.

Erano state invece rigettate le richieste per Calabrese e Cascone, entrambi indagati per l’episodio di Pontecagnano, e per il solo Cascone per quello di Nocera, entrambi comunque ritenuti dalla procura complici di Manzo. Quest’ultimo fu incastrato dal Dna rinvenuto sulle tracce prelevate in una perizia biologica su un cappello trovato sul luogo della prima rapina, e su una maschera da uomo calvo, due guanti in gomma e uno in lattice, elementi decisivi per l’azione inquirente della Dda. Manzo rifiutò di sottoporsi al prelievo salivare con successivo prelievo coatto disposto dall’autorità giudiziaria. Esami simili sono ora al vaglio dei Ris, quasi pronti al deposito agli atti del secondo troncone.

La procura antimafia di Salerno, con l’indagine coordinata dal sostituto procuratore antimafia Vincenzo Montemurro, ha in dirittura d’arrivo la seconda fase inquirente. Il primo lavoro dei Ros ha avuto sbocco definitivo per le accuse di associazione e di armi, individuando i gruppi d’assalto per le rapine ai portavalori. All’inizio del 2013 la Dda ha chiuso due nuove informative curate dai carabinieri del “ros”, sviluppo della prima fase del 2011, quando le ricerche del latitante Franco Matrone incrociarono i rapinatori, per primo Maurizio Annunziata, accusato per una pistola trovata nel cestino del bar attiguo alla stazione di Cava de’ Tirreni, poi Pasquale Sassolino, l’intestatario del garage-armeria scoperto a Pagani a gennaio 2012, con le ordinanze per gli attuali imputati al processo nocerino con accuse di armi e banda da rapina: i paganesi Gerardo Calabrese, Enrico Laierno, Gaetano Ceglia, Mario De Maio, Alfonso Manzo, Antonio Cascone, e Vincenzo Erra, e i due elementi originari di Acerno, Alfredo Cuozzo e Mario Zottoli.(a. t. g.)

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