LA DECISIONE

Rapine con la siringa a Salerno, condannata a tre anni

La 34enne minacciò due donne con un ago sporco per farsi consegnare la borsa

SALERNO - Due rapine in pochi minuti, entrambe con la minaccia di una siringa sporca di sangue. Era il 3 settembre quando due signore furono avvicinate da una donna che contro di loro puntava un ago come un’arma. I carabinieri l’hanno poi identificata per Margherita D’Ambrosi, 34enne ebolitana, e ora per lei è stata emessa una condanna a tre anni e due mesi di carcere. La donna è già detenuta a Venezia, dove i carabinieri l’hanno rintracciata nei mesi scorsi per eseguire l’ordinanza di custodia cautelare. Le rapine avvennero di sera, in via Michelangelo Testa (nei pressi del sottopasso che congiunge via Torrione con via Settimio Mobilio) e in via Gelsi Rossi, traversa di via Mobilio. Nel primo caso il “colpo” non riuscì, Margherita D’Ambrosi mise in atto la sua minaccia ma la vittima che aveva preso di mira non aveva denaro con sé. La borsetta era vuota, e la 34enne dovette arrendersi all’evidenza. Le bastò però attraversare il sottopasso e percorrere poche centinaia di metri per mettere nel mirino un’altra possibile preda. Anche in questo secondo episodio evitò di agire sotto le luci delle strade principali, aspettò che la donna adocchiata raggiungesse una via laterale e lì mise in atto il suo copione. Bastò poco - l’effetto sorpresa, il tono minatorio e, soprattutto, quella siringa spianata come un’arma - per farsi consegnare la borsa e prendere i 75 euro che erano nel portafogli. Scappò subito dopo, ma entrambe le donne minacciate allertarono le forze dell’ordine e l’hanno poi riconosciuta nelle foto segnaletiche. D’Ambrosi era infatti un volto già noto, con precedenti per furto, rapine ed evasione dai domiciliari. Davanti al giudice dell’udienza preliminare Ubaldo Perrotta, ha preferito chiudere il processo con il rito abbreviato che le ha consentito, almeno, uno sconto sulla pena.

(c.d.m.)