la cassazione 

Rapina e lesioni Inammissibile il reclamo dei D’Amato

La Cassazione giudica inammissibile il ricorso di Aniello e Davide D’Amato, 33 e 34 anni, per la rapina al tabaccaio di via Bachelet. I D’Amato sono stati condannati in appello per rapina e lesioni...

La Cassazione giudica inammissibile il ricorso di Aniello e Davide D’Amato, 33 e 34 anni, per la rapina al tabaccaio di via Bachelet. I D’Amato sono stati condannati in appello per rapina e lesioni personali. Con giudizio separato, invece, è stato condannato anche l’autore della rapina, Alessandro Giallorenzo, che non è ricorso ai giudici del Palazzaccio.
La corte, presieduta dal giudice Franco Fiandanese, ha respinto l’ultimo appello presentato dai due ebolitani, unificandosi alla richiesta del sostituto procuratore Fulvio Baldi. La decisione è stata pubblicata nei giorni scorsi.
La sera del 23 ottobre di tre anni fa, il tabaccaio ebolitano, poco dopo le 19,30, quasi all’orario di chiusura, si trovò di fronte un rapinatore che fu identificato in Giallorenzo, poi arrestato. Si presentò al titolare con il volto coperto dal cappuccio della felpa. Una precauzione che non gli evitò però di farsi riconoscere. Il tabaccaio, infatti, per nulla intimorito, si lanciò all’inseguimento del malvivente che aveva ripulito la cassa di circa 300 euro. All’esterno la vittima venne affrontata dai complici, i D’Amato: il tabaccaio fu picchiato fino a costringerlo a desistere dall’intento di recuperare il bottino.
È su questo punto che si appella Aniello D’Amato nel ricorso respinto dalla Cassazione. Il trentatreenne ebolitano sosteneva che non ci fu concorso. Il suo intervento fu finalizzato solo a liberare Giallorenzo dalle grinfie della vittima, essendo ignaro della rapina appena compiuta. Per la difesa di D’Amato il precedente giudizio non tiene conto del fatto che la persona offesa non è credibile, né delle contrastanti deposizioni di tre persone che hanno assistito ai fatti, né di quanto emerse dalle videoriprese, né della logica. Davide D’Amato, invece, è ricorso sulla valutazione alle attenuanti generiche.
Massimiliano Lanzotto
©RIPRODUZIONE RISERVATA