SOS SICUREZZA

Rapina al commercialista di Bellizzi: la pista irpina

I banditi che hanno colpito il professionista in azione pure ad Altavilla, nell’Avellinese, la stessa sera: s’indaga

BELLIZZI - Sessantacinque chilometri. È la distanza che separa Bellizzi da Altavilla Irpina. Distanza che avrebbero percorso il 15 sera i quattro rapinatori che hanno portato via 100mila euro dall’abitazione d’uno dei più noti commercialisti della Piana del Sele, in via Napoli. Emergerebbero i primi riscontri. La gang che ha malmenato il professionista bellizzese privandolo d’una fortuna in danaro e gioielli sarebbe la stessa che, poche ore prima, ad Altavilla Irpina, contrada Sassano, aveva assaltato l’abitazione d’un noto avvocato: intorno alle 21 il quartetto di malviventi, con ogni probabilità originari dell’Est Europa, aveva fatto irruzione in casa del penalista irpino intorno alle 21. Il professionista era da solo in casa, in salotto: stava guardando la Tv.

Pistole alla mano e volti travisati, i quattro hanno fatto irruzione nell’abitazione dal piano superiore ed hanno minacciato l’uomo, costringendolo ad aprire la cassaforte. Prima lo hanno sequestrato, poi gli hanno sferrato un colpo alla testa con il calcio della pistola, costringendolo ad aprire la cassetta di sicurezza. Hanno arraffato oro, gioielli e denaro contante e sono fuggiti a bordo dell’auto dell’avvocato, che è stata ritrovata a pochi chilometri di distanza. Una dinamica assai simile a quella del raid bellizzese: le analogie hanno incuriosito gli investigatori, che hanno avviato degli accertamenti su quanto accaduto in Irpinia. Non trapela alcunché, ma dai primi riscontri sarebbe emerso che la mano è la stessa. Si tratta d’una gang di esperti rapinatori originari dell’Est Europa, con ogni probabilità radicata nel Napoletano: s’appoggiano a connazionali che vivono nella zona. Sono i “pali” a fare la soffiata, a riferire che questo o quel professionista conserva in casa gioielli e contanti di valore. Ed è così che si mettono in moto per i redditizi colpi. Radiotrasmittenti e guanti: assolutamente nulla è lasciato al caso.

Per spostarsi da un luogo all’altro avrebbero utilizzato perfino delle targhe rubate, per non essere identificati. Le testimonianze dell’avvocato irpino e del commercialista bellizzese s’assomigliano: pure l’accento dei rapinatori è lo stesso. A Bellizzi, pistole in pugno e incappucciati, attesero il professionista mentre rincasava, nei pressi di via Napoli: lo colpirono al volto e alla testa, costringendolo ad aprire la porta di casa. Sono andati dritti verso la cassaforte: il commercialista, sotto tiro, ha aperto il forziere e s’è visto sottrarre 100mila euro tra contanti e gioielli d’oro. Poi i banditi sono scappati, anche in questo caso a bordo dell’auto del professionista. Riscontri utili arriveranno dal materiale che la Sezione scientifica dei carabinieri del Reparto operativo di Salerno ha inviato al Ris di Roma.

Sul caso indagano i carabinieri della Sezione operativa della Compagnia di Battipaglia. Il calibro è di rapinatori di spessore: per trovare dei precedenti con banditi di questo tipo bisogna risalire a maggio del 2019, quando tre malviventi assaltarono un portavalori al Maximall. In quel caso si vociferò di cinque rapinatori, tutti napoletani, identificati (avrebbero messo in atto raid analoghi tra le terre partenopee e quelle casertane), ma ad oggi quel colpo non ha ancora responsabili.