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Rapina al collezionista d’arte Blitz ordinato da un francese

PONTECAGNANO. Portano a un’acquirente francese, residente nel Nord Italia, le indagini sul committente del furto mancato al collezionista d’arte di Faiano. Lo confermano le risultanze investigative...

PONTECAGNANO. Portano a un’acquirente francese, residente nel Nord Italia, le indagini sul committente del furto mancato al collezionista d’arte di Faiano. Lo confermano le risultanze investigative dei carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretta dal maggiore Giuseppe Costa, sulle memorie dei telefonini e le perquisizioni ai tre arrestati battipagliesi: Giacomo Turi, 44 anni, Domenico Procida, 32 anni, e Domenico Anzalone, 34anni. Il gip Sergio De Luca ha convalidato ieri l’arresto e disposto per tutti la misura cautelare in carcere.

Che fosse un furto su commissione, destinato al mercato nero dell’arte, era apparso evidente fin dalle prime ore degli arresti. I tre battipagliesi (difesi dagli avvocati Paolo Ricciardi e Pietro De Stefano) rispondono di rapina pluriaggravata, sequestro di persona e lesioni personali.

Secondo l’accusa i tre avevano avuto l’ordine di rubare un prezioso quadro di Picasso che il commerciante di Faiano avrebbe tenuto in casa. La notte tra venerdì e sabato scorsi Turi e soci entrarono nella villetta, ma non seppero riconoscere tra le tante tele quella giusta. Non riconoscendo il quadro da rubare – hanno ricostruito gli inquirenti – legarono a una sedia il commerciante e lo pestarono per farsi indicare l’opera artistica di maggiore pregio. L’uomo rimase in balia dei malviventi per circa mezz’ora durante la quale non resistette alle percosse e soprattutto non rivelò quale fosse, tra i tanti, il quadro che stavano cercando. I tre rapinatori, infatti, a digiuno di arte non seppero riconoscere la tela che era stata loro segnalata. L’imbeccata del loro informatore era giusta, ma loro non riuscirono a raccapezzarsi tra tanti quadri, di maggiore e minor pregio.

Quella notte, poco dopo le 2,30, il commerciante fece rientro a casa. Fermò l’auto ma davanti al portone di ingresso della villetta isolata lo aspettavano tre persone incappucciate e travestite da operai con tute azzurre, in più erano armate di un grosso machete e di una mazza da baseball.

I rapinatori si arresero solo quando avvertirono il rumore di un’automobile nelle vicinanze. Non andarono via a mani vuote. Si presero una Lancia Ypsilon, un telefono cellulare e 400 euro. A far scoprire la rapina è stato uno dei malviventi, Giacomo Turi, sorpreso poco dopo dai carabinieri con indosso ancora la tuta da cantiere. Nell’auto trovarono la mazza da baseball, il machete, il cellulare rubato e altri oggetti idonei al travisamento dei connotati. Vicino l’abitazione di un altro arrestato, invece, fu recuperata la Lancia.

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