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Raphaelle e Giuseppina, 35 anni d’amore

A casa delle antesignane della lotta per i diritti delle coppie omosessuali tra libri, pane fatto in casa e tanti abbracci

SALERNO. Ad accoglierci con un sorriso è Raphaelle Hoedts che apre il cancello della loro villetta in via dell’Amicizia, nella Valle dell’Irno. Sulla rampa di scale, che dal giardino conduce all’ingresso, ci sono giochi e macchine per bambini. Un fortuito momento di silenzio, rende più semplice guardarsi rapidamente intorno: il giardino curato, la piscina e l’altalena con a fianco una panchina in legno. Dall’uscio si possono sentire voci e rumori che arrivano dall’interno di una stanza non troppo lontana.

Arredamento moderno, pareti gialle e tovaglia con sopra dei girasoli stampati. Ci raggiunge anche Giuseppina La Delfa. Rompiamo il ghiaccio con un caffè. Capisco che i rumori arrivano dal soggiorno. È Andrea che guarda i cartoni animati, il piccolo di quattro anni e mezzo, l’unico maschietto di casa. Inizialmente non vuole mostrarsi. Poi risponde al sollecito di mamma Raphaelle. Arriva, scruta la nuova presenza, fa qualche capriccio e ritorna in soggiorno a guardare la tv. Giuseppina comincia a parlare delle sue passioni e del suo amore per la cucina. Con soddisfazione mostra il pane fatto da lei al mattino. Chiedo dettagli sul loro lavoro. Molti a Salerno conoscono la loro storia, antesignane della lotta per i diritti delle famiglie omosessuali. Insegnano entrambe lingua francese all’Università degli studi di Salerno. Sono arrivate ventisette anni fa, già innamorate una dell’altra. In realtà il loro amore nasce tra i banchi di scuola in Francia. Se c’è una cosa su cui non si trovano d’accordo è proprio su chi di loro abbia fatto il primo passo e si sia dichiarata all’altra.

Arriva in cucina anche Lisa, la loro figlia maggiore. Quattordici anni, lunghi capelli castani, viso regolare e incarnato chiarissimo. Parla inglese, francese, italiano. Fa danza da piccola, suona il pianoforte e il prossimo anno si iscriverà al liceo classico. Le chiediamo se ha mai avuto difficoltà ad avere due mamme. «Soltanto alle scuole elementari», risponde con un accenno di sorriso. Poi si porta in soggiorno e comincia a suonare un pezzo di Clementi. Intanto Raphaelle e Giuseppina continuano a raccontare della loro quotidianità. «Durante la settimana – dice Raphaelle – lavoriamo e tra le attività pomeridiane dei ragazzi e le commissioni da sbrigare, si cade nella routine delle giornate tutte uguali. La domenica, in genere, preferiamo preparare dei panini e fare piccole gite fuori porta. Quando non ci va di uscire, ci dedichiamo al giardinaggio. Anche Andrea ha il pollice verde ma si annoia subito e poi comincia a sporcarsi». Una quotidianità più che normale. Tempi scanditi dai consueti ritmi frenetici. Quelli di tutte le famiglie con genitori che lavorano. Torna a sedersi con noi anche Lisa e dice che mamma Giuseppina è la più severa. Racconta il loro ultimo litigio. La madre non vuole che trascorra il sabato sera in piazza con le amiche.

«È presto. Quattordici anni non sono abbastanza per ottenere tutti i permessi che si vogliono. Bisogna procedere per gradi e ogni cosa dovrà essere una conquista», sottolinea Giuseppina incrociando lo sguardo di disappunto della figlia. Ritorna in cucina anche il piccolo Andrea. Ora ha voglia di restare a chiacchierare. È molto vivace. Vuole attirare l’attenzione ed è fiero quando le sue mamme tirano fuori alcuni suoi disegni dell’asilo. Si tratta di lavoretti fatti in per la festa del papà dello scorso 19 marzo. Le maestre di Andrea lo hanno lasciato libero di scegliere a chi dedicare la poesia. Lui ha scelto mamma Giuseppina. Sorprende la semplicità con cui si parla di ogni argomento in questa casa. Hanno fatto proprio un gran bel lavoro le due mamme francesi. È l’unica coppia regolarmente sposata e registrata allo stato civile italiano, non soltanto con l’unione civile, grazie ad un ricorso e alla sentenza di Cassazione. Hanno partorito i loro bambini, Raphaelle ha partorito Andrea e Giuseppina ha fatto nascere Lisa. «C’è ancora molto da fare. Se parliamo di battaglie e conquiste, i termini ci fanno capire che siamo indietro. Dobbiamo far comprendere il concetto di normalità applicato alle coppie omosessuali, solo allora grandi passi in avanti saranno stati fatti». Tra una chiacchiera e l’altra, mostrano anche il soggiorno dove c’è una fornitissima libreria. Volumi in lingua francese, classici della letteratura italiana e tantissimi romanzi storici. Il gusto della semplicità e del sapere tradizionale. Lisa continua a suonare il pianoforte, poi esce in giardino. Andrea la segue con il cagnolino Cachou. Va sull’altalena e giocando inciampa vicino al piccolo meticcio. Forse gli ha fatto male ad una zampa. Nel dubbio, mamma Giuseppina lo rimprovera dolcemente, lui piange e si mortifica. Poi corre ad abbracciarla. E con un abbraccio termina anche il nostro viaggio con una famiglia uguale a tante altre ma allo stesso tempo speciale. La storia di un rapporto di trentacinque anni che oggi continua in una semplice casa in via dell’Amicizia, dove anche i cartelli richiamano ad un dolce sentimento. Di sicuro, è una strada che racconta di tempi maturi per ogni spaccato d’amore.

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