Rapì neonato a Nocera Inferiore, infermiera condannata a 6 anni

Annarita Buonocore, 42 anni, è stata riconosciuta colpevole del reato di sequestro di persona. La donna dovrà anche pagare 30mila euro ai genitori del piccolo

NOCERA INFERIORE. E’ stata condannata a 6 anni di reclusione col pagamento di 30mila euro di multa al termine dell’abbreviato l’infermiera Annarita Buonocore, accusata di sequestro di persona per aver rapito un neonato dal reparto neonatale dell’ospedale nocerino nel giugno scorso. La donna, in carcere dal momento dell’arresto scattato la sera dei fatti, è andata ai domiciliari.

L’attenuazione della misura cautelare è stata disposta dal gup su istanza della difesa, dopo che il gip e il riesame, nei mesi scorsi, avevano più volte respinto la richiesta. Ieri pomeriggio al termine dell’udienza preliminare il gip Vincenzo Ferrara ha emesso la sentenza con la quale ha accolto in pieno le richieste del pm Giancarlo Russo, ravvisando il reato di sequestro di persona contestato fin dal primo momento all’indagata: la difesa della donna, assistita di fiducia dagli avvocati Giuseppe Buongiorno e Pietro Coppola, ha annunciato il ricorso in appello, motivato da orientamenti giuridici tesi a considerare l’episodio un caso di sottrazione di minore.

La vicenda accadde lunedì 7 giugno 2010, con l’infermiera che entrò nell’ospedale Umberto I consumando il rapimento, con il successivo pentimento, le lacrime e la disperazione dei giorni successivi. Le spiegazioni della Buonocore nel corso dei diversi interrogatori parlavano di una storia d’amore e di un figlio agognato, con la follia di un momento intervenuta nei corridoi del reparto maternitá. Il piccolo Luca rimase nelle sue mani per diverse ore, scatenando il panico sui mass media di mezza Italia, fino alla sera e al blitz dei carabinieri nell’abitazione dell’infermiera.

Il confronto tra l’accusa sostenuta dal pm Russo e i legali della Buonocore, svolto in una atmosfera di surreale sovraesposizione informativa ha riguardato proprio la fattispecie del reato di sequestro di persona, con svariate pronunce della Cassazione e altrettante interpretazioni della legge.

Da un lato c’è l’inviolabilitá del principio di libertà personale, applicabile e riconoscibile fin dalla nascita come connaturata all’esistenza stessa di uno stato di diritto, mentre dall’altro, come argomentato dal collegio difensivo, un neonato non avrebbe l’ autodeterminazione per godere della libertà e quindi non potrebbe esserne privato. La strategia difensiva allo stato esce sconfitta dalla fase preliminare: l’accusa più grave di sequestro di persona è rimasta in piedi, avvalorata dalla decisione del gup arrivata dopo ore di camera di consiglio. Nonostante poi l’indagata fosse incensurata, tutti i tribunali competenti hanno sempre confermato il carcere per timore di reiterazione del reato.

Annarita Buonocore, l’infermiera dell’ospedale Cardarelli di Napoli, è rimasta in carcere da giugno, fino alla scarcerazione di ieri con la remissione agli arresti domiciliari. Il gup del tribunale nocerino Vincenzo Ferrara le ha comminato sei anni di reclusione col rito abbreviato, oltre al pagamento contestuale di trentamila euro di multa, accogliendo in pieno le richieste dalla pubblica accusa in aula sostenuta dal Pm Giancarlo Russo.



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