Rainone non risponde alle domande del giudice 

Il trentenne di Fisciano è accusato di aver bruciato l’auto e il corpo di Tornatore Il suo avvocato è pronto a depositare l’istanza di scarcerazione al Riesame

FISCIANO. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, in attesa che il proprio avvocato definisca una strategia di difesa dopo aver letto gli atti della Procura Antimafia di Napoli. Ieri, alle 10, il trentenne fiscianese Pasquale Rainone ha fatto scena muta davanti al Gip del Tribunale partenopeo, Eliana Franco, nella sala colloqui del carcere di Bellizzi Irpino. L’uomo, assistito dall’avvocato Marino Capone, è ritenuto responsabile di aver distrutto l’autovettura Nissan Almera in uso alla vittima nonché il cadavere di Michele Tornatore occultato all’interno, come si legge nella contestazione provvisoria a suo carico, «con l’aggravante mafiosa di aver commesso il fatto, nonché al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata clan Genovese, operante ad Avellino e provincia». L’avvocato Capone depositerà lunedì l’istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame che, quasi sicuramente, si esprimerà tra Natale e Capodanno.
Il nome del fiscianese Pasquale Rainone finisce sul tavolo dei militari dell’Arma dopo gli accertamenti sulle frequentazioni di Francesco Vietri, il sessantenne in carcere dall’otto aprile scorso con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere in concorso. Rainone e Vietri avevano un’assidua frequentazione e anche nel giorno in cui avvenne il delitto, poco dopo le 13 del quattro aprile scorso, si erano visti, come documentato dalle riprese video. Un motivo valido per ascoltarlo a sommarie informazioni come avvenuto per decine di persone della zona. Il primo maggio Rainone compare davanti ai carabinieri. Ammette i rapporti di frequentazione con Vietri ed esclude di aver incontrato il titolare del deposito in cui avvenne l’omicidio Tornatore. Anzi, avrebbero avuto un contatto telefonico per un appuntamento alle 18 di quel pomeriggio per raggiungere Nocera. Appuntamento a cui Vietri non si sarebbe mai presentato.
Rainone tace invece sull’incontro che c’era stato quella mattina con il presunto autore dell’omicidio. Una circostanza sospetta che induce i militari dell’Arma e il magistrato che coordina le indagini, ad attivare anche a carico del trentenne delle intercettazioni telefoniche. E proprio dall’ascolto di una telefonata dell’autotrasportatore di Fisciano, c’è l’intuizione che permette ai carabinieri di dare una svolta all’indagine. Rainone conversa a telefono con una persona e gli chiede di ritrovare uno sportello della vettura. Vettura dotata di Gps, quello che ha consentito ai militari di ricostruire la vicenda.
Domenico Gramazio
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