Raid contro le auto, oggi dal gip i 9 arrestati 

Il padre di Ciro Torino: «Hanno sbagliato, ma se non vanno in carcere possiamo recuperarli»

Chi ha fatto cosa? Le indagini difensive ruotano intorno a questo dilemma per stabilire il ruolo svolto da ciascun dei nove presunti partecipanti alla scorribanda dell’11 ottobre scorso, che mandò in frantumi i vetri di almeno sessanta auto tra il centro e la zona orientale. Elementi utili a chiarire le posizioni potranno emergere questa mattina, quando i nove arrestati avranno la possibilità di raccontare la loro versione dei fatti. Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Maria Zambrano, gli indagati (ora ai domiciliari) potranno contribuire a chiarire chi di loro ha avuto una partecipazione attiva e chi passiva, chi è stato artefice principale del raid e chi, eventualmente, si è trovato per caso nel gruppo, senza poter fare desistere gli altri. Di mezzo ci sono i messaggi su Whatsapp scambiati subito dopo il raid nel gruppo dal nome evocativo “’o Sistema”, che tracciano, per alcuni ma non per tutti, un agire molto inquietante. Utile sarà conoscere anche i messaggi che gli indagati si sono scambiati nei giorni prima dell’azione devastatrice, soprattutto il giorno prima, visto che le pistole ad aria compressa che si presumono utilizzate nel raid sarebbero state acquistate da uno degli indagati il 10 ottobre.
Tutti elementi necessari a stabilire se il raid a Salerno sia stata un’operazione venuta in mente a qualcuno quando già il gruppo era giunto dall’Agroal al capoluogo o se la “notte brava” fosse stata pianificata con anticipo. Particolari che potrebbero aggravare o attenuare le responsabilità di tutti o di alcuni dei nove ragazzi. Per chiarire i ruoli è probabile che molti indagati ricorrano al Tribunale del Riesame, per avere piena contezza di tutta la documentazione in mano agli inquirenti. Questa mattina, il gip ascolterà il 29enne Ciro Torino detto l’aulivaro, il ventenne Carlo Verde e il gemello Gaetano, il 24enne Francesco Iaquinandi, il ventenne Corrado Fiamma, i 21enni Roberto Pagano e Antonio Marrazzo, il 19enne Alfonso Ciancia (tutti di San Marzano Sul Sarno) e il 30enne Antonio Iaccarino di Pagani. Affianco ai loro assistiti ci saranno gli avvocati gli avvocati Vincenzo Calabrese, Fortunato De Felice, Teresa Giovanna La Mura, Amato Del Giudice, Enrico Bisogno, Antonietta Raimondi, Catello Ascione e Franco Oliva.
Intanto, prende posizione Vincenzo Torino, padre di Ciro, che lavora nel commercio delle olive: «Se sono stati loro hanno sbagliato, hanno fatto una grande scemità. Ho vergogna per quello che è successo. Ma rendiamoci conto che sono giovani, vivono un momento di difficoltà e non sono cattivi. Mi auguro che non si profili un’ipotesi di andare in carcere. Il carcere è una casa di correzione ma in generale ci sono alcuni che si finiscono a montare la testa, tanto da farne un vanto (“so stato carcerato”). Invece, stando sotto il controllo della famiglia possono recuperarsi velocemente».
Salvatore De Napoli
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