Ragosta replica alle accuse «Reazioni scomposte»

Il segretario di Sel confuta le tesi di Rosania e Lambiase sui presunti brogli «Siamo sereni, sui ricorsi attendiamo le decisioni della commissione centrale»

«Reazioni scomposte che gettano fango su una straordinaria mobilitazione popolare. Ora se ne assumano la responsabilità». Michele Ragosta, segretario provinciale di Sel e candidato “in pectore” alla Camera dei deputati nel collegio Campania 2, prima di affrontare gli avversari politici sui palchi della campagna elettorale, deve pensare a combattere contro il fuoco “amico” sparato all’interno del suo partito e divampato dopo le primarie dei parlamentari di sabato scorso. Prima il ritiro della candidatura di Gerardo Rosania alla Camera, poi il ricorso alla commissione elettorale nazionale presentato da Giampaolo Lambiase - con tanto di richiesta di dimissioni del segretario e commissariamento della federazione - poi la lettera del circolo di Eboli a Nichi Vendola con un lungo elenco di accuse di brogli. A nove giorni dalle definizione delle liste e a venti dall’inizio di una delle campagne elettorali più anomale e agguerrite degli ultimi tempi, a Salerno si respira aria da resa dei conti all’interno del partito del presidente pugliese. Ragosta disamina punto per punto i rilievi mossi dai circoli. «Perché – si chiede – solo a Salerno ci si meraviglia della grande affermazione personale del segretario provinciale, adducendo brogli, e non si guarda gli analoghi risultati conseguiti dai segretari di Napoli ed Avellino? Scandalizzarsi per i risultati ottenuti in alcuni territori dove erano presenti dei candidati è fuori dalla grazia di Dio. Noi siamo sereni – continua – sono stati presentati dei ricorsi: bene, ora attenderemo le valutazioni che farà la commissione centrale». E sul caso Eboli, Ragosta è lapidario: «Da tempo – spiega – sono fuori dal partito non avendo riconosciuto né il nostro simbolo né l’alleanza con il Pd». Roberto Radetich, responsabile delle primarie di Sel, parla di «valutazioni post-elettorali senza senso e prive di fondamento». «Questi candidati – si legge in una nota - che hanno dato scarsissimo apporto alle primarie del 25 novembre e che invece hanno percorso per intero la campagna delle primarie di Sel, erano così garantiti e sicuri che non hanno segnalato neanche un rappresentante di candidato in nessun seggio della provincia, pur essendo stata Salerno l’unica provincia a segnalarli per tempo al comitato regionale». Radetich risponde poi punto su punto alle accuse mosse da Lambiase e Rosania. Le circa 11mila schede elettorali sono state distribuite ai rappresentanti dei seggi in base ai voti riportati da Sel alle primarie del 25 novembre. In quei seggi dove era stato riscontrato un numero inferiore di schede (è il caso del Vallo di Diano), «sono state tempestivamente consegnate». Sull’eccesso di schede a Pagani, Radetich spiega che nel seggio del comune dell’Agro, si sono registrate circa 130 schede votate in più rispetto a quelle consegnate. Un’anomalia che sarà all’ordine del giorno della presidenza nazionale di Sel in programma oggi a Roma. Si va verso l’annullamento di quei voti. Ad Olevano sul Tusciano dove, secondo le accuse, le schede non sono mai pervenute «non è stato allestito il seggio».

Mattia A. Carpinelli

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