L'inchiesta

Ragazza violentata, il branco andrà in carcere a Nisida

Accolta la richiesta del sostituto procuratore Angelo Frattini nei confronti dei cinque minorenni che hanno partecipato allo stupro

SAN VALENTINO TORIO. I cinque minorenni che hanno partecipato allo stupro della 14enne di Sarno avvenuto a San Valentino Torio, andranno nel carcare di Nisida. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Maria Rosaria Minutolo, su richiesta del sostituto procuratore Angelo Frattini e dopo le richieste avanzate dai difensori Andrea Miranda, Nicola Cicchini, Valentino Miranda e Renato Conti. La massima misura di sicurezza era stata richiesta dal sostituto procuratore Angelo Frattini nei confronti di tutti e cinque i minorenni che avrebbe partecipato allo stupro della 14enne (l’altro ieri ha compiuto 15 anni) di Sarno. Ragazzi tra i 15 e i 17 anni, che per loro stessa ammissione hanno partecipato all’orrore avvenuto in quel garage di San Valentino Torio.

Ieri mattina anche l’ultimo interrogatorio per il 15enne difeso dall’avvocato Cosimo Vastola. Il giovane ha confermato quanto già riferito nel corso del primo interrogatorio dinanzi ai carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore. Poche domande per chiarire alcuni aspetti e poi l’attesa della decisione sul suo destino. Le versioni dei ragazzi, le singole responsabilità, le grida nel garage da parte della 14enne violentata, diventeranno elementi decisivi per stabilire se vi sono gravi indizi di colpevolezza e se quei ragazzi, o solo alcuni di loro, devono essere accusati di violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona. Al di là delle singole versioni c’è una circostanza inoppugnabile: il video delle telecamere di sicurezza che inquadra quel muretto e la discesa nel garage.

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In quel video passano tutti i protagonisti di domenica sera. La ragazza che parla con il suo amico che l’avrebbe tradita conducendola in una trappola, i primi due che scendono nel box prendendo la ragazza per le braccia e trascinandola giù. E poi, dopo pochi minuti, l’arrivo degli altri tre, con i primi che andavano via. È stato quell’amico “traditore” ad aiutare l’adolescente violata a rivestirsi, a ritornare su e ad andare nei pressi della villa comunale. Lì aspettavano anche gli altri. Quelli che sono scappati quando hanno capito che la ragazzina stava raccontando tutto al compagno della madre.

Qualcuno dei ragazzi del branco sostiene di aver sbagliato, prova a chiedere perdono. Qualcuno dice di aver fatto solo qualcosa. Non tutto. E poi, lei li implorava di smetterla. Non voleva e non poteva. Aveva quelle “cose” di cui una bambina a quell’età si vergogna. E invece, loro l’hanno costretta a fare sesso. Si è ribellata, ha gridato. Ha capito di essere vittima. E si è bloccata quando è stata minacciata, perché altrimenti avrebbe fatto una brutta fine .

 

Mentre per lei, la giovanissima di Sarno, vittima del branco, le istituzioni cercano di portare assistenza psicologica e aiuti economici per la sua famiglia. Vive in modeste condizioni, in una casa in affitto con sua madre e i suoi fratelli.

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