Radiologia, rischio dimezzamento 

Ospedale: il reparto potrebbe funzionare solo 12 ore per carenza di personale

Un reparto di radiologia che funzioni 12 ore, durante il periodo estivo, per carenza di personale. Questo il prossimo problema che potrebbe trovarsi ad affrontare il “Santa Maria dell’Olmo”, che nei giorni scorsi è stato al centro delle polemiche a causa della chiusura, pur se provvisoria, dell’ambulatorio di ginecologia.
Il rischio che il reparto funzioni a regime ridotto sembra reale, anche se pare che i vertici dell’azienda ospedaliera Ruggi D’Aragona stiano lavorando per evitarlo. La prognosi sarà, comunque, sciolta il prossimo venerdì, quando si saprà se il pericolo è concreto o può essere evitato. Secondo indiscrezioni, infatti, pare che il direttore generale del Ruggi Nicola Cantone si stia attivando per far rimanere invariato il servizio di radiologia. Va da sé che il taglio delle ore porterebbe non pochi problemi a tutti i reparti dell’ospedale, che non sarebbero in grado di offrire un’assistenza adeguata. Primi tra tutti il pronto soccorso e la chirurgia che, per forza di cose, hanno necessità che la radiologia funzioni anche nelle ore notturne.
Intanto martedì scorso, a Palazzo di Città, si è riunita la commissione consiliare Sanità, chiesta dalle forze di minoranza. Erano presenti il direttore sanitario del Ruggi Silvestri e la direttrice dell’ospedale di Cava Luciana Catena. Entrambi hanno garantito che sono in corso di espletamento i concorsi per l’assunzione di nuovo personale a termine e che a settembre gli ambulatori ospedalieri, oggi chiusi, saranno riaperti.
Caustico il commento di parte della minoranza, che si riconosce nel movimento civico “Responsabili per Cava”. «Naturalmente diamo fiducia alle parole del direttore sanitario aziendale - si sottolinea - ma non possiamo ritenerci soddisfatti perché, ad oggi, ancora non intravediamo quell’azione politico-amministrativa necessaria per rendere i risultati duraturi nel tempo. Per intenderci, abbiamo l’impressione della classica “pezza a colori per tirare a campare”, mentre ciclicamente i problemi si ripresentano. I nostri concittadini non meritano tanta instabilità ed approssimazione».
E ancora: «Le domande sono sempre le stesse: che fine farà? Cosa ne sarà quando i contratti a termine in corso di perfezionamento giungeranno al termine? Cosa accadrà quando si concretizzerà il progetto del nuovo ospedale di Salerno con i suoi 900 posti? Attendiamo, dalla politica, una risposta a queste domande».
Alfonsina Caputano
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