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Raccolte firme per la gestione pubblica dell’acqua

A cinque anni dal referendum con cui oltre 26 milioni di cittadini italiani si espressero a favore della gestione pubblica dell’acqua e delle infrastrutture idriche, il Comitato Acqua Pubblica...

A cinque anni dal referendum con cui oltre 26 milioni di cittadini italiani si espressero a favore della gestione pubblica dell’acqua e delle infrastrutture idriche, il Comitato Acqua Pubblica Salerno ha promosso, nella giornata di ieri, una petizione popolare per pretendere il rispetto dell’esito dei quesiti referendari e chiedere il ritiro immediato del cosiddetto decreto Madia, accusato di anteporre gli interessi dei privati al bene pubblico. La raccolta firme rientra in una campagna lanciata a livello nazionale dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, i quali criticano in particolare le norme che sanciscono il divieto di gestione pubblica per i servizi a rete e ripristinano il criterio dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito nella composizione della tariffa: disposizione, quest’ultima, abrogata dai cittadini proprio con il referendum del 2011. L’iniziativa è finalizzata, inoltre, a chiedere l’inserimento del diritto all’acqua nella Costituzione.

«Il decreto Madia ignora la volontà popolare e strizza l’occhio alla privatizzazione dei servizi idrici, costringendo gli enti locali a gestire la fornitura dell’acqua attraverso le società per azioni. È un attacco frontale alle nostre proposte di rendere pubblici tali servizi – spiega Onofrio Infantile, membro del comitato salernitano – Il decreto mette a rischio esperienze come quella di Abc Napoli (Abc sta per “Acqua Bene Comune”), azienda speciale di proprietà del Comune che, a differenza di una società privata, antepone la qualità del servizio pubblico al profitto». Diversi cittadini hanno risposto all’appello fermandosi al gazebo allestito in via Velia per firmare la petizione.

Il Comitato ha aderito, inoltre, alla campagna per i referendum sociali promuovendo nella stessa giornata il “Firma Day” per sei quesiti, dei quali quattro riguardanti la scuola, uno gli inceneritori, uno le trivellazioni. Il coordinamento promotore intende così mettere in discussione le politiche del Governo in materia di istruzione ed ambiente.

Alberto Gentile

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