la campagna a ikea

Raccolta di Mentoring contro il fenomeno del bullismo a scuola

“SoS bullismo” è il nome della campagna di raccolta fondi e sensibilizzazione per promuovere il progetto di Mentoring Usa - Italia e che lo scorso fine settimana si è svolta presso Ikea di Baronissi....

“SoS bullismo” è il nome della campagna di raccolta fondi e sensibilizzazione per promuovere il progetto di Mentoring Usa - Italia e che lo scorso fine settimana si è svolta presso Ikea di Baronissi. L’azienda, da sempre sensibile alle tematiche sociali, ha deciso di sostenere questa iniziativa consentendo ai volontari di poter informare la clientela sul bullismo e al tempo stesso effettuare una raccolta che consenta di aprire programmi nelle scuole di Salerno e provincia volti a prevenire e arginare il fenomeno. L’iniziativa ha subito raccolto il consenso della clientela che ha partecipato con interesse tanto che si ripeterà anche l’1 e il 2 giugno.

Tutti possono con un piccolo contributo aiutare l’associazione che, da quindici anni si occupa dei disagi giovanili. Il bullismo è un fenomeno in crescita nella scuola e che accomuna allievi di tutto il mondo fin dai primi anni di scolarizzazione, soprattutto nei paesi industrializzati e nei contesti urbani. Parolacce, offese e “prese in giro”, ma anche minacce, botte e danni alle proprie cose. Sono questi gli atti di violenza che i ragazzi denunciano più frequentemente nell’ambito delle ricerche dedicate al fenomeno. A differenza di quanto comunemente si ritenga, il bullismo è un fenomeno che riguarda sia i maschi che le femmine; si esprime, però, in modi differenti nei due casi. I maschi mettono in atto prevalentemente prepotenze di tipo diretto, con aggressioni per lo più fisiche ma anche verbali. Le femmine, invece, utilizzano in genere modalità indirette di prevaricazione e le rivolgono prevalentemente verso altre femmine.

Poiché le forme di bullismo indiretto sono più sottili e più difficili da riconoscere, il bullismo “al femminile” è stato individuato tardi rispetto a quello maschile ed è più difficile da cogliere anche per gli insegnanti. Dai racconti dei ragazzi, emerge che il bullismo femminile è quello peggiore. Quando le donne decidono di escludere qualcuno lo fanno ignorando la persona oggetto delle loro angherie, denigrandola con barzellette, nomignoli e canzoni inventate. La loro non è una violenza fisica quanto psicologica. Mentre nel bullismo maschile è basato sulla violenza fisica, quello femminile è difficile da riconoscere e bisogna essere molto attenti per notare cambiamenti comportamentali della vittima. In tanti anni di attività, dice Sergio Cuomo, presidente di Mentoring Usa - Italia onlus, la nostra esperienza ci conferma che la maggior parte dei ragazzi in difficoltà potrebbero essere recuperati. Le esperienze progettuali come la nostra devono essere conosciute per stimolare gli adulti a riflettere sulle problematiche giovanili.