«Questa riforma ci criminalizzava»

Il consigliere regionale Casillo: «De Luca conosceva da tempo le mie intenzioni»

NAPOLI. È il consigliere eterodosso che si è smarcato dalla lunga marcia referendaria di De Luca, per abbracciare le ragioni del No. E oggi, nella maggioranza regionale, il presidente del Consiglio Tommaso Casillo (Campania Libera) è l’unico a poter dire: «Avevo previsto questo esito delle urne».

In che modo?

Ho le prove di una chat con un amico che alle 9 di domenica mi ha chiesto un pronostico, e io ho detto che sarebbe finita 60 a 40 per il No. È evidente che questa mia previsione è stata generata dalla grossa affluenza degli elettori.

Affluenza a parte, cosa ha giocato di più nella clamorosa affermazione del No in Campania?

In Campania come al sud ha prevalso la condizione sociale, il voto di protesta contro il sistema.

Ma con il Sì che raggranella poco più del 30%, De Luca è indebolito?

Non è stato un voto contro De Luca. Oggi più che mai un elettore vota di testa sua quando sono in gioco tutele, garanzie e diritti. In questi casi l’incidenza di partiti e uomini politici è molto bassa, e lo dimostra il fatto che ha votato il 15% di elettori in più rispetto alle ultime regionali.

Resta però il fatto che De Luca si è molto esposto in campagna elettorale per il Sì

Il presidente è stato coerente nel rapporto con il governo. Sul piano istituzionale è innegabile che in Campania siano arrivate risorse significative e che Renzi abbia mostrato attenzione alla regione. De Luca si è doverosamente speso per lui.

Ma il governatore si aspettava questo tracollo?

Leggendo quanto scriveva la gente sui suoi profili dei social network gli capitava di ricevere delle prese di distanza da elettori a lui vicini. Del resto De Luca raccoglie un consenso trasversale, non di appartenenza, e tante persone gli avevano anticipato che stavolta non lo avrebbero seguito. Lui, nonostante fosse consapevole di questo, ha fatto una battaglia a difesa del governo.

Quindi per il presidente della Regione il risultato non è stato una sorpresa?

La sorpresa c’è stata per tutti, non solo per lui, nessuno poteva immaginare che il No vincesse con 20 punti di distacco.

Che messaggio hanno mandato i cittadini con il referendum?

Un messaggio di disagio, al sud la forbice tra No e Sì si allarga proprio perché c’è più disagio rispetto al nord. Un dato confermato dal fatto che il Sì ha vinto nelle aree dove c’è un elettorato medio borghese: a Napoli nei quartieri Chiaia e Posillipo, a Roma ai Parioli, e così via.

Caduto il governo Renzi, crede che si interrompa anche il flusso di risorse verso la Campania?

Non credo, le risorse erano tutte nella legge di stabilità approvata in Senato, parlo di quelle per l’Eav, per la rimozione delle ecoballe, per il rilancio di Bagnoli ed il Patto per la Campania. È evidente che adesso le risorse devono tradursi in una reale opportunità di crescita. Ma il governo deve dare attenzione al sud a prescindere da Renzi.

Ma a lei che votava No, De Luca cosa ha detto?

Ho chiarito la mia volontà 2 mesi fa e ho detto al presidente che il Sì non mi convinceva per il merito, si criminalizzava la categoria dei politici, e dei consiglieri regionali in particolare. Come se gli sprechi fossero solo colpa nostra. Inaccettabile.

E lui come l’ha presa?

Qualcuno ha speculato sulla mia posizione, ma con De Luca c’è un rapporto di stima e lealtà, credo che lui abbia apprezzato il comportamento di chi ha parlato in modo lineare e nei tempi giusti: gli ho spiegato che il cittadino comune, da me interpellato, non comprendeva questa riforma.

Lei ha agito allo scoperto. Ma può escludere che suoi colleghi consiglieri, ufficialmente a sostegno del Sì, abbiano in realtà sostenuto il No?

Non escludo che tanti consiglieri, in tutta Italia, in cabina abbiano votato No facendo credere che votavano Sì.

©RIPRODUZIONE RISERVATA