Quelle frequentazioni pericolose

Armi e azzardo: tre degli arrestati incappati più volte nelle maglie della giustizia

SCAFATI. Frequentazioni pericolose, controlli delle forze dell’ordine con esponenti del clan Loreto-Ridosso, precedenti penali: i curriculum di tre dei quattro fermati nel blitz della Dia di ieri parla chiaro. Ad esclusione di Alessandro Maddaloni, gli altri tre fermati – a giudicare dai precedenti che hanno – sembrano essere stati inseriti a pieno nel gruppo criminale scafatese, capeggiato dai Ridosso. I cosiddetti battitori liberi Romolo Ridosso e dei figli Salvatore, Luigi e Gennaro, oltre che di Alfonso Loreto.

Il primo inciampo con la giustizia di Raffaele Esposito, 45enne, insieme a un esponente della famiglia Ridosso è del 2 febbraio del 2009, quando i carabinieri di Scafati lo arrestano insieme al figlio di Romoletto, Salvatore – all’epoca 21enne – fuori alla ex Banca Intesa di Scafati. Nell’auto fu trovata una pistola Beretta calibro 7,65 completa di serbatoio e 7 cartucce. Ridosso si addossò la paternità dell’arma e fu condannato a un anno e otto mesi di reclusione, Esposito se la cavò con qualche giorno di arresti. Ma l’amicizia con gli esponenti del clan non era stato un fatto occasionale e l’anno dopo, fu denunciato insieme a Salvatore, Luigi e Alfonso Loreto per gioco d’azzardo. Trovati nel bar di Alfonso Morello, affiliato al clan con il compito di curare l’affare usura e arrestato a settembre scorso. Numerose, poi, anche negli anni precedenti al 2010 i controlli dei carabinieri con i Ridosso e Loreto.

Attenzione particolare degli inquirenti è stata dedicata ai Fusco, Giovanni e Giuseppe, padre e figlio. Commercianti di auto, attraverso una ditta di auto intestata alla moglie di Giovanni, i due hanno entrambi precedenti per violenza privata, lesioni, minacce e danneggiamento, oltre che per detenzione e porto abusivo di armi. Giuseppe Fusco, arrestato nei 2012 dai carabinieri di Gragnano per lesioni personali e sequestro di persona, è stato controllato in diverse occasioni in compagnia di Roberto Cenatiempo, il giovane indicato dal pentito Alfonso Loreto come contabile dell’organizzazione, è stato raggiunto da un avviso di garanzia per scambio di voto politico mafioso. Ma non mancano nel curriculum di Peppe Fusco anche frequentazioni e controlli con Alfonso Loreto, Salvatore e Gennaro Ridosso, oltre che con Luigi, figlio di Salvatore, ucciso nel 2002. Frequentazioni assidue che spingono gli inquirenti a ritenere che Giuseppe Fusco fosse un personaggio pronto a raccogliere l’eredità criminale del clan Loreto-Ridosso, o comunque a seguirne gli affari rimasti in sospeso. Lunga sfilza di reati anche quella che contraddistingue Giovanni Fusco, detto ’o cangian, arrestato insieme con il figlio e agli altri due complici ieri mattina. Dalla detenzione e fabbricazione di materiale esplosivo fino alle lesioni e alle minacce in concorso con il figlio.(r.f.)

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