«Quelle assunzioni non le ho fatte io»

L’ex sindaco Melchionda e il ciclone giudiziario: «Sono indagato solo per non aver vigilato sulla gestione della Multiservizi»

Il fallimento della Eboli Multiservizi e gli undici indagati per la gestione della società partecipata del Comune, fallita nel luglio del 2015, ha acceso la giornata politica cittadina. Ha fatto rumore soprattutto la presenza dell’ex sindaco Martino Melchionda fra coloro che hanno ricevuto l’avviso di garanzia. «Io sono indagato per la mancata vigilanza sulla cattiva gestione della Multiservizi – precisa subito l’ex primo cittadino – questo è quello che mi addebita il pubblico ministero Rotondo, nulla più. Le assunzioni alla Multiservizi non le ho fatte io, anzi, con me la pianta organica è stata dimezzata».

Melchionda sarebbe finito nell’inchiesta perché rappresentante legale della Eboli Multiservizi quale società partecipata al 100 per cento dal Comune. L’ex sindaco interviene anche sul buco milionario: «Negli ultimi due anni in cui ho ricoperto la carica di sindaco non ho firmato i bilanci della Multiservizi; sono convinto che quel buco da 4,7 milioni si poteva recuperare. La maggior parte dei debiti sono mancati contributi versati all’Inps».

Oltre al mancato pagamento dei contributi previdenziali, però, nel fascicolo ci sarebbero anche incongruenze nell’emissione di fatture della società nei confronti del Comune che avrebbero causato un disallineamento di bilancio arrivato poi in commissione di controllo e garanzia. Le indagini delle fiamme gialle sono partite da un esposto dell’allora presidente Lenza, ma per Melchionda il salvataggio della Multiservizi sarebbe stato comunque perseguibile. Inchiesta, società fallita e 32 dipendenti senza lavoro; per l’ex primo cittadino un colpo di scure per le casse comunali e per la città: «L’indagine nasce da una relazione della commissione presieduta da Lenza – conclude Melchionda – se non fosse venuta la commissaria prefettizia Filippi, la Multiservizi non sarebbe stata liquidata e non sarebbe fallita. La commissaria ha compiuto errori enormi, ha fatto scelte politiche che non le competevano. I danni che ha provocato si sono riversati anche sulla Eboli Patrimonio e sulla clinica Ises. Spero di essere ascoltato presto dai giudici ai quali mostrerò tutti gli atti e tutte le carte che ho firmato per salvare la Multiservizi e per recuperare i debiti». Ora l’ex sindaco di Eboli ha 20 giorni per preparare le memorie difensive.

Dalla bancarotta fraudolenta al falso e peculato sono le ipotesi di reato su cui ha indagato il pm Francesco Rotondo, tra cene elettorali, quaranta assunzioni sospette e lavori svolti senza l’autorizzazione del Comune, con un buco da quasi 5 milioni di euro. Coinvolti insieme a Melchionda gli amministratori della società (Gianfranco Masci, Vincenzo Caputo, Gennaro Rimoli, Sergio Antonini), i componenti del collegio sindacale (Donato Benedetto, Andrea Cantalupo, Ernesto Giordano), il dipendente comunale Damiano Bruno e suo fratello Cosimo, e il ragioniere della società, Tonino Prescenzo.

Angelica Tafuri

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