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«Quella centrale non passerà»

Il comitato contro l’impianto a biomassa: «Procedure anomale»

CAPACCIO. «È stato “resuscitato” un progetto che la Regione avrebbe dovuto bocciare e archiviare definitivamente. A questo punto, è legittimo pensare che la costruzione a Capaccio di una centrale biomassa sia caldeggiata da qualcuno con il beneplacito di qualche funzionario regionale, che non applica la normativa nella maniera dovuta». Sono parole di Carmine Vona, uno dei promotori del comitato cittadino “Sorvella Sabatella”, sorto per contrastare la realizzazione della centrale nella città dei Templi. La società “Biocogein” infatti, è tornato all’attacco presentando una variante, aggirando l’utilizzo dell’area demaniale, in virtù del quale la Regione aveva bocciato il progetto. Per discutere della variante è stata indetta una conferenza di servizi, che si svolgerà a Napoli il 13 febbraio e alla quale sono stati invitati una trentina di enti.

«Il 16 dicembre scorso, tre giorni prima dell’emissione del decreto dirigenziale (n. 316) la Biocogein ha presentato una diffida alla Regione – spiega Vona – nella quale ha chiesto una variante in minimus al progetto. Quindi, era già a conoscenza dell’esito negativo e del decreto di rigetto di concessione del terreno demaniale, l’ormai nota canaletta. Chi sta guidando la procedura amministrativa, così anomala e difforme dalla legge? La Regione – aggiunge Vona – non può tenere un comportamento a dir poco unilaterale, sempre disponibile ad accogliere le richieste di questa società dalle idee tecniche poco chiare e mossa unicamente dalla sete di denaro. La variante non è minima ma sostanziale. Quello che sarà realizzato a Capaccio è un vero inceneritore, dove saranno bruciati materiali diversi da quelli previsti. Siamo pronti a tutte le battaglie necessarie, nel caso il progetto dovesse andare avanti, per evitare il pericolo che questa centrale con inceneritore creerebbe». (a. s.)