Quella cattedrale “nascosta” tra gli scavi

L’edificio sacro di Capaccio ha subito numerosi restauri che l’hanno riportata all’antico stile architettonico romano

CAPACCIO. Il turista che giunge frettoloso nell’area archeologica di Paestum, affascinato dalle superbe architetture doriche, spesso non s’accorge che a un centinaio di metri a oriente dell’Athenaion vi è un’importante chiesa che un tempo fu cattedrale dell’antica Diocesi di Paestum, prima del trasferimento della sede vescovile a Capaccio, nell’877. Mi riferisco alla Basilica della SS. Annunziata, in origine chiesa cimiteriale con annesso battistero, risalente ai secoli V e VI d. C.

Essa si erge in una modesta piazza, sul lato sinistro della strada che divide in due l’antica città greco-romana di Poseidonia-Paestum, accanto al Museo Archeologico Nazionale. Addossato alla chiesa vi è il settecentesco ex Palazzo Vescovile. Con il trasferimento della popolazione pestana sulle colline circostanti, e sul Monte Calpazio, l’antica città si svuotò di abitanti (fine sec. IX e inizi sec. X d.C.). Tra i miasmi malarici delle paludi della Pianura Pestana restarono le antiche vestigia classiche e la chiesa che però non fu mai abbandonata a se stessa, ma continuò ad essere officiata di tanto in tanto.

La Basilica della SS. Annunziata ha subito numerosi restauri e rifacimenti nel tempo. Verso la fine del XII secolo fu ricostruita in forme architettoniche romaniche, con aula absidata a sviluppo spaziale longitudinale, ripartita in tre navate da antiche colonne di spoglio, “riciclate” tra quelle dell’antica città classica, e con tetto a capriate lignee. A riportarla allo stato architettonico-stilistico attuale, cioè con le forme romaniche del XII secolo, che richiamano anche le canoniche forme architettoniche paleocristiane tra il V e il VI secolo, sono stati i restauri effettuati tra gli anni ’60 e ’70 del XX secolo poiché altri interventi ne avevano stravolto completamente l’antico aspetto, in particolare la ricostruzione fatta tra il 1724 e il 1734, quando fu trasformata in basilica di stile barocco. I restauri della seconda metà del secolo scorso hanno eliminato totalmente l’aspetto barocco, ripristinando l’antica forma romanica e la quota originaria del piano di calpestio, più in basso di circa cm.180. Solo la facciata è ancora settecentesca.

Stilisticamente la pestana Basilica della SS. Annunziata è vicina alle forme e allo spazio architettonico che ritroviamo anche nella Basilica di S. Pietro alli Marmi a Eboli. A Paestum la chiesa è triabsidata. La navata centrale, più alta delle laterali, presenta una serie di finestre che illuminano l’ambiente sacro. L’aula sacra è immersa in uno stato di penombra che invita i fedeli alla meditazione e alla preghiera. Tra il V e il VI sec. d.C. possono datarsi i capitelli corinzi presenti alla sommità di alcune colonne della navata centrale, a duplice ordine di acanto spinoso. Solo le due colonne antistanti il presbiterio, le prime di entrambi le file partendo dall’altare maggiore, sono state rifatte in cemento armato, così come due delle quattro colonnine ai lati dell’abside centrale. L’altare maggiore è stato ricavato dalla sovrapposizione di una lastra di travertino poggiante su un sarcofago di età romana, rinvenuto nella stessa chiesa durante i lavori dell’ultimo restauro: fu riutilizzato come materiale di riempimento all’epoca della prima o seconda elevazione della quota di calpestio, nel XVI o nel XVIII secolo. L’antica Diocesi di Capaccio-Paestum fu smembrata a metà Ottocento e furono create altre due Diocesi, quella di Diano (Teggiano) e quella di Vallo della Lucania, che sono esistenti e amministrate da due vescovi indipendenti.

Gerardo Pecci

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