ABUSI EDILIZI/il caso fariello

«Quella casa può essere salvata»

Spiraglio per evitare la demolizione, l’amministrazione in campo

Potrebbe ancora esserci una speranza per Giuseppina Fariello, la residente di un immobile abusivo in località Contrapone acquisito al patrimonio comunale nel dicembre del 2002 e che è stato oggetto nelle ultime settimane di un’ordinanza di abbattimento.

La soluzione si chiama housing, ovvero la ridestinazione dell’immobile a uso sociale. L’avvocatura comunale si sta muovendo per riuscire così a fermare le ruspe almeno nelle aree soggette a vincolo paesaggistico (nulla da fare invece per le zone rosse e a rischio idrogeologico) e l’azione in programma, a margine di quanto verrà discusso anche questo pomeriggio in consiglio comunale, potrebbe rivelarsi risolutrice anche per quanti abusivi di necessità vivono lo stesso dramma. La procedura tuttavia è più intricata di quanto si possa immaginare ma buone aspettative arrivano da Giovanni Del Vecchio, consigliere di maggioranza, ma soprattutto avvocato penalista ferrato in materia. «La Procura – spiega Del Vecchio – sta eseguendo un’ordinanza di demolizione, ma contemporaneamente c’è l’interesse del comune a conservare l’immobile per una destinazione sociale. La giunta ha quindi dato mandato all’avvocatura di impugnare l’ingiunzione a demolire chiedendo la sospensione dell’esecuzione e successivo ricorso in Cassazione».

Ancora: «Ora non capisco perché la Procura si ostini ad andare avanti ad eseguire quest’ordine di demolizione nonostante l’effetto sospensivo. Se si va avanti si causa un pregiudizio per l’Ente depauperato di un suo bene patrimoniale. Fino all’esito del giudizio in Cassazione – se la Corte d’Appello accoglierà questa istanza del Comune, dando seguito all’effetto sospensivo – è chiaro che viene arrestata la procedura di demolizione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA