l’opera vincitrice

Quell’omaggio al numero “285” del distintivo di Joe Petrosino

PADULA. Il vincitore del Simposio Carmine (Chicco) Sabatella ha realizzato un’opera dal titolo, “285”: è il numero di matricola del distintivo di Joe Petrosino, tenente di Polizia a New York, eroe...

PADULA. Il vincitore del Simposio Carmine (Chicco) Sabatella ha realizzato un’opera dal titolo, “285”: è il numero di matricola del distintivo di Joe Petrosino, tenente di Polizia a New York, eroe padulese assassinato a Palermo nel 1909. Nell’opera è presente il suo volto. Nella scultura c’è il senso del viaggio: infinite partenze, ritorni, ricordi e nostalgie. La ricca iconologia rimanda a simboli padulesi come la folaga o anche l’oca e la vigile aquila. L’opera va vista girandoci intorno, ognuno può interpretarla come meglio crede, in nome della libertà dell’arte.

Wenndy Sempértegui Páez ha realizzato una stele in cui ha sapientemente messo in evidenza la straordinaria plasticità e la duttilità della pietra ornamentale di Padula, confrontandosi con essa e cercando un armonico equilibrio tra l’ambiente, l’uomo e le cose, nel pieno rispetto dell’ecosistema in cui viviamo. Giulio Calandro ha tratto dalla pietra la figura di un guerriero a riposo, con inserimento di elementi metallici come la lancia. Un guerriero che “resuscita”, tra tradizione figurativa e tagli stilistici contemporanei che sottolineano la continuità del tempo e la vigilanza di un uomo pronto a difendere la libertà della propria città. Il più giovane artista, Mario Capo, ha unito elementi simbolici della tradizione occidentale con quelli di antiche culture precolombiane. Ha poi evidenziato elementi decorativi tratti dalla tradizione barocca presente a Padula. (g.p.)