Quell’ironia di Petraeus sulle donne italiane

Il retroscena della visita alla base di Herat in Afghanistan nel 2011 raccontato dal giornalista che intervistò il generale diventato poi capo della Cia

Era una giornata un po' ventosa. La divisa sporca di sabbia e le stelle, quattro per l'esattezza, ben in mostra sul petto e sul berretto. Era il quattro aprile del 2011. Nella base italiana di Herat, in Afghanistan, ho avuto l'onore e il piacere di intervistare il super generale americano David Petraeus. Mi trovavo in Afghanistan come giornalista embedded, al seguito dell'Esercito Italiano. Con me altri colleghi ma anche l'allora ministro della difesa Ignazio La Russa.

Una giornata importante. La mattina l'inaugurazione nel villaggio di Kush Rod, nel distretto di Injil, a pochi chilometri da Herat, di una scuola intitolata a Maria Grazia Cutuli, la giornalista del Corriere della Sera uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001; nel primo pomeriggio la cerimonia di avvicendamento presso la base italiana di Herat, tra gli alpini della Julia e i paracadutisti della Folgore alla presenza del ministro La Russa e del generale David Petraeus che, per l'occasione, decorò il generale italiano uscente, Marcello Bellacicco, con due medaglie al valore: una americana e una della Nato. Ricordo quei momenti con grande emozione. Sentire l'inno d'Italia intonato dai nostri soldati, lontani dalla Patria, in una terra più volte bagnata dal sangue italiano mi commosse.

«Mille grazie al popolo italiano, agli italiani, alle famiglie dei soldati che li hanno supportati ma soprattutto ai militari impegnati sul campo che hanno svolto serenamente un grandissimo lavoro». Queste le parole del generale Petraeus durante la cerimonia di avvicendamento. Poi l'intervento conclusivo del ministro La Russa e un forte applauso. Al termine della cerimonia ebbi il piacere di scambiare poche battute con il generale Petraeus. Un uomo tutto ad un pezzo, deciso nel rispondere alle domande senza mostrare mai nessun tentennamento. Eppure, a microfoni spenti, si lasciò andare ad una umana considerazione. "Beautiful Italy, the country of the beautiful women" (Bella l'Italia, il Paese delle belle donne). Poi una pacca sulla spalla e andò via accompagnato dai soldati al suo seguito. Lo salutai pensando fosse innamorato di qualche donna italiana ma invece, leggendo le cronache di questi giorni, aveva già altro a che pensare.