«Quel pilone dell’Enel è abusivo»

Sarno: i proprietari del terreno non riescono a ottenere l’abbattimento

SARNO. Una vicenda giudiziaria lunga più di quindici anni, senza ottenere ancora soddisfazione. Un terreno devastato e svalutato per una occupazione abusiva da parte dell’Enel che, dopo due sentenze, non ottempera ancora all’ordine di rimozione. È la storia di Alessandro Salerno e del padre Carmine, noto mobiliere locale, che hanno un fondo, in via Bracigliano, occupato da un pilone dell’Enel e attraversato dai fili dell’alta tensione.

Nel luglio 1997, una società appaltatrice dell’Enel realizza una nuova linea di trasporto dell’alta tensione e entra nel fondo, non intercluso, all’epoca di altri proprietari. La società elettrica aveva realizzato l’opera senza alcuna autorizzazione e da lì è cominciata l’odissea per riavere il pieno esercizio del diritto di proprietà e la tutela della salute. Viene incardinata una prima causa al Tribunale di Nocera, con la quale viene richiesta la rimozione del traliccio e il risarcimento dei danni, ma il giudice di prima cure ritiene l’occupazione acquisitiva e condanna l’Enel a pagare la somma di 175 euro relativa all’indennità di esproprio per il basamento del pilone senza ordinarne la rimozione. La Corte d’Appello ribalta la sentenza e accoglie in pieno le doglianze di Salerno confermando che la società è entrata nel fondo senza alcuna autorizzazione e ha proceduto, sempre senza permesso, alla costruzione del traliccio e, quindi, deve rimuoverlo.

Salerno, però, fatica ad ottenere vera giustizia in quanto l’Enel continua a rimandare: «Mi sento come Davide contro Golia. Abbiamo acquistato nel 2001 questo pezzo di terra, continuando la battaglia dei precedenti proprietari contro un atteggiamento vessatorio e irriverente dell’Enel che, pensando di spadroneggiare, ha fatto di tutto per calpestare un nostro diritto e continua a non rimuovere il pilone. Volevamo impiantare ulivi e prodotti di collina, ma non abbiamo mai potuto farlo. Siamo stati fin qui calpestati dalla logica del più forte». Salerno continua: «Ero scoraggiato e avevo pensato anche di vendere il terreno, ma, in queste condizioni, nessun compratore si è fatto avanti. Per oltre dieci anni, l’Enel ha distrutto un sogno».

Gaetano Ferrentino

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