OPERAZIONE CROCI DEL SILARO

Quel falso sopralluogo nella sede “fantasma”

La Montella s’inventò l’ispezione: «Ci sono stata, tutto ok». “Cartello” tra le associazioni

CAPACCIO PAESTUM - Agropoli, via Estate. Civico 36. È la sede “fantasma” dell’associazione “Sos Soccorso”, l’onlus finita nelle mani - ben nascoste di Roberto Squecco, desideroso di tornare nel giro nell’estate del 2019, dopo lo stop legato al carosello elettorale. Gerarda Montella, dottoressa angrese di 67 anni, dirigente - pure nei giorni del Covid - dell’Emergenza Territoriale, dell’Urgenza e del 118 per conto dell’Asl salernitana, aveva scritto d’esser stata lì, la mattina del 24 agosto 2019, per un “sopralluogo”, «non rilevando nessuna anomalia», come avrebbe scritto tre giorni dopo al dg dell’Azienda sanitaria locale, Mario Iervolino. Peccato che quella relazione fosse “totalmente falsa”, come si legge nell’ordinanza. Tradita dall’analisi dei tabulati telefonici, ché tra le 9,30 e le 10,30 di quel 24 agosto l’utenza della Montella era agganciata alle celle di Capaccio Licinella, non ad Agropoli. E poi quel sopralluogo lo hanno fatto davvero, gli agenti della Squadra Mobile di Salerno. Ed hanno scoperto che non c’era un locale, non c’era un ufficio dell’“onlus”.

Era una sede fantasma. E parlano di provvedimenti “macroscopicamente illegittimi”, gli inquirenti. La Montella sapeva pure che dietro le “Croci” c’era Squecco: lo sapeva, perché nel blitz d’ottobre le forze dell’ordine hanno ritrovato un verbale dell’Asl, nel 2019. In rappresentanza della “Croce Azzurra d’Agropoli”? Squecco. È lo strano mondo del 118: ad agosto 2019, il presidente della “Humanitas” di Salerno, Roberto Schiavone, parla agli inquirenti, che hanno ritrovato alcune fatture intestate alla sua associazione, “per operazioni inesistenti”, negli uffici delle “Croci: «Operavo - dice Schiavone in convenzione con l’Asl di Salerno e nel 2016 ho subito un blocco dell’operatività. Squecco si rese disponibile a coprirmi la postazione con il suo personale, ma i rapporti s’interruppero ad agosto, quando subii un autentico scippo, in quanto il personale fornito da Squecco smontò dal servizio e non ci fu il ricambio». Il risultato? «L’Asl ci sospese la convenzione». Subentrò “Croce Azzurra” in un baleno.

E la maxi-gara del 118 del 2017, poi revocata, è finita nell’elenco delle accusa della procura di turbativa d’asta: offerte concordate sui 13 lotti. I pm accusano Squecco e i “suoi” pure per l’assegnazione bimestrale della postazione di Santa Maria di Castellabate, dal 2017 al 2019: parteciparono le tre “Croci”, tutte con prestanome differenti, ma tutte di Squecco, che così, su 8 onlus in lizza, s’aggiudicò quasi il 50 per cento della posta in palio. E poi il bando di gara del 22 gennaio scorso per l’affidamento bimestrale per la postazione d’Agropoli: una onlus di Angri, una di Campagna ed una di Baronissi “si accordavano tra loro è l’accusa - in modo collusivo e con mezzi fraudolenti, facendo ricorso a mezzi e personale nella disponibilità di Squecco, facenti capo ad un unico centro direzionale”. Le forze dell’ordine hanno documentato, con un video, pure un incontro, il 5 febbraio scorso, in un bar di Salerno, tra Squecco e l’ex politico Giuseppe Manzo. Le testuali parole di quest’ultimo, captate dal colloquio? «Lo facciamo noi da dietro... mo fra dieci giorni avrete le vostre soddisfazioni, capite a me... ci dobbiamo prendere la rivincita... vi assegna la gara... e poi stiamo... capite a me, con la Regione in mano, l’Asl in mano... tanto comanda... » .

(ca.la.)