Quegli strani prestiti di Intertrade

La Giunta esamina la relazione del commissario Greco ed emerge un finanziamento di 500mila euro chiesto a Mps

La Giunta della Camera di commercio, composta oltre che dal presidente Andrea Prete, da Mario Arciuolo, Gennaro Bonomo, Pietro Caggiano, Sergio Casola, Gianfranco Ferrigno, Mariano Lazzarini, Mauro Maccauro e Aldo Trezza, fa i conti ad Intertrade. E contesta al Monte dei Paschi di Siena la concessione di un finanziamento di 500mila euro e la relativa fideiussione di 600mila euro. Soldi che l’Istituto di credito vorrebbe indietro ma che potrebbero diventare oggetto di un contenzioso. Tant’è che si sta pensando di dare non solo mandato per la mediazione obbligatoria ma pure per capire se esistano o meno i presupposti per agire nei confronti di chi ha provocato il danno economico. E questi argomenti saranno affrontati nella prossima riunione, che si terrà il 12 aprile. Perché tra i tanti aspetti oscuri dell’azienda speciale c’è anche questo contratto, che è stato oggetto di discussione nel corso dell’esecutivo che si è tenuto ieri. Del resto Prete vuole fare assoluta chiarezza sui segreti dell’azienda, che doveva essere la cassaforte dell’Ente ma che, invece, si è rivelata un pozzo senza fondo, con ammanchi e presunte illegalità.

A relazionare è stato il commissario Alfredo Greco, che ha ripercorso la storia del finanziamento, ottenuto senza che fosse seguita la necessaria e obbligatoria procedura. E che, perciò, potrebbe essere considerato nullo. L’ex magistrato, attraverso la collaborazione di alcuni consulenti, sta sviscerando tutti aspetti poco chiari, per usare un eufemismo, di Intertrade. E, a detta di molti, le sorprese non sono ancora terminate.

In questo caso l’attenzione si è concentrata sul prestito e sulle modalità seguite per ottenerlo. L’allora presidente Vincenzo Galiano, infatti, come viene riportato nel rapporto trattato in Giunta, «aveva ottenuto la facoltà di richiedere finanziamenti con l’obiettivo strategico dell’allineamento fra gli stanziamenti, di cui alla copertura economica degli investimenti programmati ed il relativo fabbisogno finanziario». Dopo appena 14 giorni dalla deliberazione cominciano ad intercorrere i rapporti, finiti sotto la lente d’ingrandimento, tra Intertrade e il Monte dei Paschi di Siena. E si verificano le prime stranezze procedurali. «Il direttore Innocenzo Orlando - è scritto nella minuziosa ricostruzione - dopo due settimane presenta al Monte dei Paschi di Siena, benché non fosse stata precisata l’entità del fabbisogno, una richiesta di prestito di 500mila euro, da rimborsare in 60 rate». In questo caso l’anomalia è che a inoltrare la richiesta non sia stata né direttamente la Camera di commercio e neppure il Consiglio di amministrazione dell’azienda speciale, ma il direttore.

In questo puzzle, in cui si sta tentando di mettere tutti i tasselli al loro posto, compare anche l’ex presidente dell'Ente camerale, Guido Arzano. «L’8 ottobre del 2014 - viene specificato nel documento - Galiano richiede ad Arzano di procedere con estrema urgenza ad acquisire un provvedimento di asservazione e patronage istituzionale, senza specificare come fosse già stata inoltrata la richiesta di un prestito di mezzo milione di euro». Questi soldi, come viene precisato, sarebbero serviti per «la progettazione integrata e l’asset estero-marketing territoriale». Arzano, pertanto, invia la richiesta di patronage ma qui si concretizza un’ulteriore difformità: la richiesta di finanziamento non viene portata a conoscenza della Giunta camerale. Il 6 novembre 2014 Arzano sottoscrive la fideiussione di 600 mila euro. E sono proprio questi passaggi che non vengono riconosciuti dalla Camera di commercio, per via della carenza di documentazione. Una mancanza di cui si sarebbe dovuta accorgere anche lo stesso istituto di credito. Ma così non è stato.

Pertanto, come precisato nella documentazione, esiste un «problema di riconoscibilità del debito fuori bilancio». E questo per tre motivi: «Violazione delle procedure giuscontabili, eluse nell’impegno finanziario assunto dall’ente; l’esistenza dell’arricchimento dell'Ente con il bene fornito; la fornitura deve rientrare nell’ambito di prestazioni istituzionali». Dunque si apre anche un nuovo fronte nell’inchiesta Intertrade, coordinata dal sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello. Tra i reati contestati (che vanno dal peculato all’appropriazione indebita e alla truffa ai danni dello Stato) ci sono firme contraffatte, mandati di pagamento fittizi, persino nomi di imprenditori che figurano destinatari di finanziamenti di cui non avrebbero mai avuto conoscenza. Un caleidoscopio di vicende riunite in un unico fascicolo d’indagine, di cui gli inquirenti stanno tirando in questi giorni le fila con l'emissione dei primi inviti a rendere interrogatorio. I destinatari degli avvisi di garanzia sono sette: l'ex direttore Innocenzo Orlando, l’imprenditore Renato Aliberti (consigliere comunale a Cava de’ Tirreni e candidato sindaco alle ultime elezioni) il presidente dell’Acai (Associazione cristiana degli artigiani cattolici) Santo Dino Perrone, l’ex presidente di Intertrade Demetrio Cuzzola (che l’ha guidata dal 2002 al 2007) e altri dirigenti e imprenditori che secondo gli inquirenti avrebbero partecipato a una spartizione di fondi pubblici drenati con la presentazione di progetti di sviluppo aziendale e dirottati invece su esigenze private.

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