Quattro mesi di arretrati e il rischio licenziamento 

Il dramma di quarantatrè lavoratori della Cruciani che produce capi in cashmere Mobilitazione generale e richiesta dell’apertura urgente di un tavolo di trattativa

«Lavoro dal 2008 qui, adesso stiamo perdendo il posto ed è circa un anno che cerchiamo di avere chiarezza». Le parole disperate di Alfonso Ruggiero, uno dei 43 lavoratori dell’azienda Cruciani, produttrice di capi d’abbigliamento in cashmere e appartenente al gruppo Caprai, a sua volta leader del settore tessile. Lo stabilimento nocerino, nell’area di Fosso Imperatore, rischia la chiusura e non è tutto, sulla questione pendono mensili arretrati e la liquidazione delle quote societarie della stessa Cruciani. «Ci sentiamo privi di dignità. Ci sono famiglie, persone monoreddito che hanno investito la vita in questa azienda – dice ancora Ruggiero – ci sono giovani, persone prossime alla pensione che non saprebbero dove andare. Non ci arrenderemo».
Ieri mattina i lavoratori hanno scioperato, con loro Lucia Pagano della segreteria provinciale Cisal, che sta seguendo la vicenda. «Negli scorsi mesi sono proseguite le trattative anche in presenza del Comune di Nocera Inferiore, il sindaco Manlio Torquato e l’assessore Franza si sono fatti parte attiva – spiega la Pagano – trattativa alla quale ha partecipato anche Arianna Caprai, la figlia del proprietario Arnaldo, che ci disse che non avrebbero chiuso. Da allora la Caprai è sparita. I lavoratori devono avere quasi quattro mensilità. L’azienda non paga la maternità, l’Irpef, gli assegni familiari e migliaia di ore di ferie».
La stessa Pagano, insieme al segretario provinciale Failts Cisal, Nicola Alfano, e agli rsa Loredana Velluto e Alfonso Ruggiero, ha inviato una nota al ministero dello sviluppo economico, nella quale si mette in luce come la società avesse promesso di trasferire all’opificio nuove commesse e l’ingresso di un socio americano, poi ritiratosi, ovvero la “Oh3”. «Le quote societarie della Cruciani in liquidazione – scrivono i sindacati – sono al 100 per cento di proprietà della Stile Italia e di fatto la Cruciani viene controllata dalla Maglital. I diversi segnali ci portano a ritenere che sia prossima la definitiva chiusura».
Durante lo sciopero, Pagano ha parlato di fitto di ramo d’azienda. «Quando si vogliono disfare di un sito, lo affittano, lo tengono in piedi per alcuni mesi e poi lo chiudono». A farle eco, Gaetano Nunziata, dirigente sindacale Cisal: «Le famiglie dei dipendenti sono allo stremo. L’azienda abbia il coraggio di dichiarare a cosa stia mirando. Chiediamo il pagamento degli arretrati e l’apertura di un tavolo di trattativa urgente».
Davide Speranza
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