Quattro colpi contro il “ragno rosso” 

Raffaele Sangermano, scafatese di San Pietro, ferito a un braccio. Si indaga su una partita di droga non pagata

Un regolamento di conti per una partita di droga non pagata. Su questa pista si stanno concentrando le indagini dei carabinieri della tenenza di Scafati e del reparto territoriale di Nocera Inferiore che, da ieri mattina, indagano sui quattro colpi di pistola esplosi in via Poggiomarino contro lo scafatese Raffaele Sangermano, 54 anni, alias “ragno rosso”, noto alle forze dell’ordine per la sua vicinanza in passato al clan Matrone e i suoi rapporti negli ambienti vesuviani che gestiscono le piazze di spaccio del territorio al confine con l’Agro nocerino sarnese.
I due uomini che hanno sparato, in sella a una moto e con il volto coperto, non volevano solo spaventare il “ragno rosso”. Altrimenti non si spiegherebbero i colpi esplosi contro lo scafatese della frazione San Pietro, che in quel momento si trovava all’esterno di un bar di via Poggiomarino, gestito dal fidanzato della figlia.
Erano da poco passate le 11 quando Sangermano, davanti al locale stava per rispondere a una chiamata al proprio telefono cellulare. Nemmeno il tempo di avviare la conversazione che si è trovato davanti chi voleva freddarlo. Secondo una prima ricostruzione, a sparare è stato il passeggero della moto: dopo essersi alzato sui pedali, infatti, ha aperto il fuoco. Il “ragno rosso”, avvertendo subito il pericolo, è riuscito a stendersi a terra dopo il primo colpo e tutti gli altri dunque sono andati a vuoto. Secondi interminabili, soprattutto per gli avventori del bar, rifugiatisi anche dietro il bancone dell’attività commerciale. Solo dopo essersi rialzato Sangermano ha compreso di essere stato ferito lievemente al braccio destro, quello con cui aveva preso dalla tasca il telefonino. Un “graffio” rispetto alle proporzioni che il raid poteva avere.
Dopo le chiamate dei residenti al 112 , è stato immediato l’intervento dei carabinieri. Sul posto è arrivata anche la scientifica, ma nessuno dei bossoli è stato trovato. Segno che chi ha sparato l’ha fatto con una pistola a tamburo. Nel frattempo Sangermano è stato soccorso anche dagli operatori del 118 arrivati a San Pietro. Dopo aver pensato iniziato a un trasferimento all’ospedale di Nocera Inferiore, infatti, è stato medicato direttamente nell’ambulanza prima di finire sotto torchio nella caserma scafatese di via Oberdan.
Al tenente Gennaro Vitolo, però, non ha fornito spiegazioni su quanto accaduto. Ma le indagini dei militari non si fermano. Sempre ieri sono state ascoltate altre dieci persone, tra cui esponenti della criminalità organizzata attualmente ai domiciliari. La pista più seguito resta quella della partita di droga mai pagata, anche se non si esclude la vicenda del prestito non onorato e che più volte l’ha portato a scontrarsi con la famiglia di Vincenzo Nappo, alias “’o nonno”.
Domenico Gramazio
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